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Un sottile "piacere" pervade l’economia Friulana

Com’è bello tagliare il prosciutto di San Daniele con i coltelli di Maniago seduti sulle sedie di Manzano!


Il distretto del mobile del Livenza

Il distretto del medio e alto Livenza – che si sviluppa tra trevigiano, pordenonese e parte del veneziano – forma oggi, con 23000 addetti ed un export globale di 1500 miliardi, la maggiore concentrazione produttiva del settore del mobile in Italia.

L’evoluzione di questo distretto è stata accompagnata da una forte capacità di penetrazione commerciale nei mercati esteri. In particolare, viene riconosciuta a questo sistema produttivo locale una produzione di qualità elevata e una notevole abilità nella realizzazione di forniture personalizzate.

Questo saper fare contestuale, che si alimenta di un bacino di manodopera specializzata e che presenta interessanti integrazioni con il vicino sistema del food service equipement, ha consentito alle imprese locali di presidiare i mercati "ricchi" dell’Europa e degli Usa, mostrando di saper rispondere positivamente alle nuove sfide competitive.


Il distretto della sedia di Manzano

Spostandosi verso est, tra Udine e Gorizia, e precisamente nell’area di Manzano, si individua anche un altro importante sistema locale specializzato nel settore dell’arredo.

La consistenza in termini di imprese e occupazione è notevole: l’ultimo censimento ha rilevato nell’area circa 1000 unità locali e oltre 10.000 addetti nell’industria del legno e del mobilio, con una incidenza sul totale della manifattura del 50%. In realtà, abbiamo in questo caso un livello di specializzazione particolarmente elevato su uno specifico prodotto, quello della sedia.

Si tratta di un addensamento di imprese, prevalentemente di tipo artigianale, alcune delle quali sono state in grado di raggiungere livelli eccellenti nella propria nicchia di produzione, con notevoli investimenti nel campo del design.


Il distretto dei coltell di Maniago

Di minor rilievo in termini produttivi e occupazionali, e certamente più a rischio rispetto gli altri distretti è l’area specializzata nella produzione dei coltelli di Maniago.

Nel complesso, la produzione nel settore conta circa 1700 addetti e 250 imprese. La difficoltà di riposizionare la strategia competitiva su fattori di qualità anziché di prezzo ha rappresentato e tuttora rappresenta per questo antico distretto friulano un serio ostacolo al consolidamento della base produttiva.

L’erosione occupazionale e produttiva costituisce, in questo senso, la naturale conseguenza di un distretto incapace di evolvere sia dal punto di vista tecnologico che commerciale, rielaborando le proprie competenze distintive.

Pur essendo stato riconosciuto quale distretto industriale, in attuazione dell’art. 36 della L.317/92, sono diverse le valutazioni critiche in ordine alla possibile efficacia di interventi di sostegno per un sistema produttivo che oramai da anni misura un costante declino.


L’area specializzata di San Daniele del Friuli

Una quarta area di specializzazione produttiva è quella di San Daniele. Anche qui l’applicazione della L. 317/92 ha portato l’amministrazione della Regione Friuli Venezia Giulia a riconoscere un possibile distretto industriale, in questo caso con specializzazione nel settore dell’abbigliamento e della calzatura.

I dati sulla consistenza occupazionale del settore sono tuttavia modesti: nel complesso del "sistema moda" (calzature e abbigliamento) le imprese presenti nel sistema locale erano nel 1991 appena una cinquantina, con un’occupazione totale di 500 addetti; nel solo comparto della calzatura le imprese erano 33 e gli addetti meno di 400.

In realtà, in quest’area era originariamente attiva una tradizione nella produzione di pantofole (per l’appunto, la "pantofola friulana"). Da tempo, tuttavia, questa specializzazione, appoggiata sul ruolo fondamentale del lavoro femminile, è in declino e rischia di scomparire.

La concorrenza di altri distretti industriali italiani (come quelli marchigiani) e l’immissione nel mercato di prodotti di sostituzione a prezzi decisamente più bassi, sta comportando un forte ridimensionamento, se non addirittura la scomparsa, di questo nucleo artigianale. Nella stessa area, comunque, continua invece a mantenere un ruolo significativo la produzione specializzata di prosciutti.

In questo caso una rigida politica di marchio, con la istituzione di un Consorzio di garanzia, ha rafforzato la produzione di qualità e favorito una sensibile crescita imprenditoriale.


L’area trentina

Anche l’area trentina ha mostrato una certa vitalità imprenditoriale, sia pure senza raggiungere le performance del distretto bellunese.

Tra le specializzazioni industriali va sicuramente ricordata quella della lavorazione del porfido (concentrata soprattutto nella valle di Cembra), che rappresenta una delle più antiche vocazioni produttive della montagna trentina.

Inoltre, specie in prossimità dell’area del capoluogo, hanno preso consistenza negli ultimi anni sia alcune concentrazioni nel settore dell’abbigliamento (come dimostra lo sviluppo di imprese di media dimensione particolarmente dinamiche sui segmenti di qualità, come Vestimenta), sia alcuni progetti industriali orientati allo sviluppo tecnologico.

In questo processo di crescita industriale dell’area trentina hanno certamente influito anche i vantaggi derivati dall’essere una provincia a statuto speciale.


Giancarlo Corò