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Intervista a Percy Allum, docente all’Università di Reading in Inghilterra, autore di numerosi testi e analisi sociologiche, storiche e politiche calibrate sul Veneto

Dietro la ricchezza anche tante miserie

«Il Nord Est? Un termine che non ha riferimenti storici o culturali. Quasi una moneta coniata per ragioni economiche e per adulare veneti, friulani e triestini. [allum]Come quella volta che Prodi, in campagna elettorale, fece una carezza ai padovani... Pure l’economia non è così solida: finita l’ubriacatura con la lira debole che ha creato benessere alle piccole e medie aziende, ora potrebbero saltare molti imprenditori che non reggono alle situazioni più complesse. Una spia anche i giovani, figli di industriali, che non vogliono continuare le attività dei padri». E poi l’ultima provocazione del professore studioso di cose italiane: «l’economia al Sud manda segnali di vivacità da non sottovalutare»

«Nord Est? Interessante, il termine. Ma, parliamoci chiaro: l’origine di tale denominazione non è né storica, né culturale. E’ curioso che il Veneto e brandelli del Cadore, un po’ del Friuli e fino a Trieste siano stati messi insieme per ragioni esclusivamente economiche. Già questa è una spia...».
Lo dice uno che il Nord est lo conosce come le sue tasche, uno che da oltre vent’anni lo studia come fenomeno sociologico. A parlare è Percy Allum, docente all’Università di Reading, studioso di politica italiana e per lungo tempo impegnato in ricerche che hanno avuto il Veneto come protagonista. Prima ha esaminato la DC, le stagioni e le ragioni della Balena bianca, quindi il suo declino e l’avvento della Lega. Allum, sul Nord est lancia la sua provocazione: «Diamo per scontato - anche se non è del tutto vero - che questa parte d’Italia - dice - abbia raggiunto una elevata prosperità. E’ certo che però che di felicità da queste parti non ce n’è molta».
Una trasposizione di quei concentrati di saggezza popolare per cui soldi e benessere non fanno rima con società in cui l’uomo si realizza davvero? Un predicozzo tanto più fastidioso perchè esce dalla bocca di un docente universitario che ha fama di illuminista?
No, Allum, argomenta i suoi ragionamenti sull’analisi di un Nord Est dove le storie di chi fa soldi raccontate a vagoni sui giornali e le adulazioni sul miracolo e sul modello veneto sono adulazioni giornalistiche che non descrivono a sufficienza le stridenti contraddizioni e i malesseri di una civiltà per certi versi in declino.
«Ma quale modello veneto? - sbotta Allum - Ma se persino gli imprenditori non sanno come invogliare i figli a continuare la propria attività. Ciò significa una sola cosa. Crisi dei valori. Il malessere, più evidente nei giovani, da che cosa ha origine? Dalla secolarizzazione della società. Sono curiosi qui sondaggi che evidenziano come vi sia una forte percentuale di persone che si dicono credenti, ma che ammettono senza pudori di credere molto poco ai dogmi e al magistero della Chiesa. La prosperità ha accelerato il processo di secolarizzazione della società e la Chiesa, che con eccessiva lentezza interpreta i cambiamenti, non funziona più da collante dei valori. Lessi qualche anno fa un libro titolato "Candido Nord". E’ la storia di un fatto di cronaca nera avvenuto a Pordenone. Dietro la facciata, le sfaccettature non tutte piacevoli di una società intricata, problematica».
L’altra faccia del Nord Est. Quel lato della medaglia meno lucente, anzi un po’ oscuro. Dal quale, a volte, ci scappa qualche scheggia impazzita. E allora anche i casi Pietro Maso (il giovane che con altri due amici ammazzò i genitori e con i soldi dell’eredità ordinò un’auto di grossa cilindrata) oppure la storia di quel gruppetto della Verona bene che andava a tirare sassi dai ponti dell’autostrada (fino a che un giorno un masso centrò il tettuccio di una Range e sfondò la testa di una ventenne).
Storie di Nord Est. Come quel profumo di soldi che si materializzano a partire dal 1992.
«Fu da allora che l’economia del Nord Est cominciò a tirare - storicizza Percy Allum - la fortuna di tanti imprenditori venne dalla svalutazione della lira e dal fatto che ciò produceva un circolo virtuoso: non solo la nostra moneta era favorita nelle esportazioni, ma quantitativamente si vendeva di più per raggiungere e superare il volume di scambi degli anni precedenti. Ma questo non significa che insieme ai capitali di parecchi imprenditori sia cresciuta la cultura d’impresa. Che, anzi, resta basata su operazioni semplici, su una struttura familiare, su dimensioni medio piccole».
Il gigante Nord Est insomma avrebbe i piedi d’argilla.
[treu]«E poi che tenerezza sentire Prodi che durante la campagna elettorale in piazza dei Signori a Padova che lusingava i veneti e il modello veneto. Che tenerezza sentire il ministro del lavoro Treu recuperare le proprie radici venete quando, solo pochi mesi prima, si dichiarava milanese a tutti gli effetti - sottolinea Percy Allum - Il Nord Est è una terra senza classe dirigente politica dove arriva uno da fuori e trova credito e consensi. Sì, come Bossi. Con la differenza che Bossi e la sua Lega non hanno radici culturali e territoriali nel Nord est. La Lega viene usata come un bus sul quale salire e percorrere la protesta anti Stato e anti fisco. Al Nord est manca un leader. Nemmeno Rumor lo fu, a suo tempo. Bisaglia e De Michelis avrebbero potuto esserlo, ma il primo morì troppo presto il secondo fu spezzato dall’ondata di Tangentopoli. Il futuro del Nord est? Difficile dirlo. Forse, per assurdo c’è più futuro a Napoli e nel Sud. A mezzogiorno l’industria è più piccola, ma stanno crescendo i distretti. Quel magma omogeneo si va differenziando, nascono le specializzazioni: gli insediamenti industriali che insistono sulla costa adriatica si adattano con facilità all’export, i grandi colossi industriali di Stato sul Tirreno sono ormai all’agonia, ma il Sud da punto di vista industriale rivela una vivacità per cui non sarei meravigliato se tra qualche tempo si parlasse di modello mezzogiorno come del modello veneto. Ma che si tratti di costiera amalfitana o di strada del Prosecco a Conegliano quanta letteratura...Quanta enfasi sui giornali. Il Veneto lo conosco bene, l’ho percorso e studiato in lungo e in largo. Poi un giorno, sui giornali inglesi, leggo che Clinton e i giapponesi vogliono imitare il Nord est. E che cos’è ‘sto Nord est? Scopro che è quella terra che dall’impero Austro ungarico, al Risorgimento, alla Chiesa, alla Democrazia Cristiana tutti avevano fatto spremuto senza cavarne più di tanto. E adesso in due-tre anni il Nord est è l’Eldorado. Ancora non ci credo. A volte penso che, fatte le debite proporzioni, che tenuto conto di un amaggiore prosperità, ci sia una grande parte di letteratura...E che oltre gli aspetti economici il Nord est sia un’entità che ancora deve crescere».

Mauro Carrer