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redarrowleft.GIF (53 byte) Sport Giugno 2004

“..e per PRIMO abbiamo un bel TRIS..”

29/06/2004

ANTIPASTI

TEMPO D’ESTATE

Sandali al posto delle scarpe, via i calzini che farebbero molto “Herr Birkenstock in vakanze a Italya-Rikione”, via felpe e giubbetti autunnali tipo Brazile Mundial 1970 e “su” magliettine tipo Brazile Mundial 1970 (un tantino fissati eh?).

Via le camicie e le cravatte ormai tatuate sulla pelle dal lungo inverno e “su” T-shirts con 16.000 bandiere e scudetti e striscie trasversali, non importa se della Serie D della pallamano inglese, l’importante è che vengano da là, da qualsiasi categoria di qualsiasi sport!

Per gli adolescenti solite zeppe di gomma a “effluvio discarica” garantito e soliti jeans “culoperterra” con risvolto sotto-scarpa che garantisce la pulizia dei marciapiede, con convinto plauso dei genitori per l’ottimo servizio sociale svolto dai rispettivi figli.

Per tutti gli altri bermudino simil-rapper, appena sotto al ginocchio e l’occhiale da sole - che sembra che si va al mare anche se stiamo qua.-

(apro una parentesi che almeno entra un po’ d’aria….)

L’occhiale da sole quest’anno divide in due l’Italia più delle proteste sui binari.

Al nord c’è il ritorno ad uno stile RayBan anni ’80, discreto, elegante, con lenti appena trattate che danno un tono di mistero nel “vedo non vedo” gli occhi che stanno dietro.

Montature sobrie, copertura oculare media, il giusto che ripari e non sia troppo aggressivo, dopo anni di nero-Matrix e mascherine big-glamour di hollywoodiana ispirazione.

Dal centro in giù invece….Fetish Mask Style!

Lenti nere o a specchio con dimensioni abnormi.

Montatura doppia culla con trave superiore rettangolare presa pari pari dall’Ancillotti 125 Regolarità del 1973, che se si rompono gli occhiali si può sempre usare per un restauro di moto d’epoca.

La faccia si intuisce che sia lì perché tutto intorno si intravedono i capelli: quando non ci sono si fa riferimento alla distanza dal girocollo.

Presto, queste due categorie occhialo-munite si scontreranno sulle spiagge italiane in una battaglia all’ultima moda: a settembre vedremo chi avrà avuto la meglio.

 (chiudo la parentesi che i vicini fanno il barbecue e la tastiera sa di costolette)

Tempo d’estate si diceva e voglia di fare poco, anzi niente, nemmeno in cucina.

Adesso che fa caldo è bello ogni tanto, alla sera, andarsene fuori porta, a godere una cenetta oppure dall’amico che ha quel localino e ci fa quei piatti esclusivi che nel menù non ci sono.

PRIMO PIATTO

NELLE MARCHE, ma anche in tutta la RR, (no, non la famosa quattrocilindri, ma la Riviera Romagnola) nella ristorazione sono dei maghi.

Italiani o stranieri che possiate essere, verrete comunque ammaliati dal sorriso bonario del cuoco di turno e dalle sue invenzioni culinarie, siano esse a base di carne, di pesce o di verdure, perché da quelle parti sanno come si fa a coccolarvi, lo sanno così bene che alla fine vi sembrerà che il conto sia un dettaglio, un rito da compiere giusto perché bisogna, tra un vinello e un amaro, tra il caffè e la grappetta, tra le chiacchiere e le risate con il titolare.

Sempre da quelle parti, magari più verso Gabicce, se volete farvi cullare dalla nuova dolce vita marchigiana anziché da quella più sfrenata della Romagna, non è escluso che possiate trovare seduto ad un tavolo vicino al vostro uno strano tipo con l’occhiale da sole (di tipo ibrido tra lo stile Nord e quello centro-sud) e che la persona che vi accompagna vi dica:”non dirmi…ma quello assomiglia tanto a….”.

No, non assomiglia, è proprio lui!

Quando attaccano con i primi piatti di solito avete già avuto a che fare con l’antipasto, cioè con 5-6 portate, il che non vi farebbe comunque desistere dall’accettare il susseguirsi di vassoi di pasta; se invece siete atleti o esseri umani con residenza in altre regioni d’Italia, quindi non avvezzi a porzioni  da “ometto Michelin”, potete appellarvi al “quinto emendamento del codice delle abbuffate” cioè al tris di primi.

Nel primo caso, quello che riguarda gli atleti, è quasi doveroso usare questa scappatoia per rimanere almeno prossimi alla forma fisica per cui, dopo qualche tempo, questa cosa dei tris rimane ben impressa nella mente.

SAPPIATE CHE IL TIZIO seduto vicino a voi, quello che non solo assomiglia ma è, si nutre così da anni e un po’ di mania gli è venuta per forza!

Dicono che una volta gestisse un locale sempre pieno di gente, un posto chic, di classe, forse troppo.

Come chef era una star, ma si annoiava parecchio perché le ricette erano sempre quelle, il menù sempre lo stesso; un aria seriosa e un po’ triste regnava all’interno della sala e di creare, di fantasia,  sia in cucina che fuori non se ne parlava proprio.

Aveva tutta la stima del mondo per carità, dicevano tutti che era il migliore sì, certo, dicevano anche che con quello staff, quelle attrezzature, quegli ingredienti scelti e quel posto, non era poi così difficile essere uno chef di gran fama.

Prima o poi i gestori del locale avrebbero deciso di sostituirlo al comando della cucina con un altro cuoco di loro gradimento, tanto chiunque ci fosse stato il locale avrebbe funzionato lo stesso.

Di fronte a dove lavorava c’era un altro bel ristorante, appena più piccolo, ma molto ben curato, molto accogliente, gestito da gente in gamba, ma che navigava da tempo in cattive acque.

Strano: sembrava avere tutte le carte in regola per avere successo e invece da anni ormai era in crisi.

Il nostro chef ne fu attratto molto presto, ma la scelta di lasciare il vecchio lavoro non dipendeva solo da lui e dovette aspettare parecchio per poterlo fare ed essere assunto dall’altra parte.

Alla fine se ne andò.

Ora il ristorante nel quale cucina è nuovamente al top e, oltre al successo, l’uomo vestito di bianco si diverte ad inventare piatti sempre diversi; la clientela è soprattutto italiana, ma negli ultimi tempi quella spagnola sembra in decisa crescita, anche per il servizio personalizzato.

“Cosa le servo señor? Lo chef consiglia un Tris di Primi….un attimo prego….dalla cucina mi dicono che volendo per lei potremmo fare anche un Poker…..se gradisce.”

(PAUSA - segue con SECONDI DOLCE e CAFFE’)

Maurizio Ottomano

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