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redarrowleft.GIF (53 byte) Arte aprile-maggio 2003 (a cura di Giovanna Grossato)

DONNE NELL’ARTE

Laura Balzelli. Sculture d’oro

L’attività della scultrice Laura Balzelli, pittrice, disegnatrice si pone in una particolare nicchia espressiva, dato che, ormai da diversi anni, sviluppa la sua creatività alla lavorazione dei metalli pregiati ai quali però associa spesso anche altri materiali la cui preziosità non risiede nel costo ma nel valore intrinseco della forma, della loro storia spesso molto remota, della loro appartenenza al mondo misterioso e casuale della natura. Si tratta di pezzi di legno antichi, di frammenti di altri oggetti, di foglie, di conchiglie, di fossili utilizzati per far deflagrare l’automatismo del “mestiere” e dimostrare che il determinismo delle regole e delle norme operative ha bisogno anche dell’imprevedibilità della forma naturale che imprime una spinta verso l’improvvisazione.

Addirittura l’artista è disposta ad accogliere come utile all’evoluzione della sua scultura un “errore” procedurale tecnico che instauri con lei un nuovo colloquio e suggerisca nuove invenzioni. E’ per questo motivo che la Balzelli apre molto spesso anche all’uso di materiali apparentemente incompatibili, per la loro effimera e delicata caducità, con la durezza delle pietre e la rigidità dell’oro raffreddato con le quali intessono un rapporto dialettico. Si tratta di foglie di ginko, di semi di iris barbata, di capsule di alchechengio, di petali di buganvillea e persino di cartapesta.

Un altro sistema duale che volentieri l’artista costruisce è tra le forme definitive del metallo forgiato, delle pietre preziose tagliate e incise o delle perle barocche e quelle ancora vive e mutevoli dei legni masai, delle lacche cinesi, delle corna, degli ossi, dei carapaci, delle ambre azzurre: materiali ancora biologicamente capaci di cambiare consistenza al variare della temperatura e a contatto dell’acqua. L’apprezzamento per i suoi lavori viene dal Giappone e dagli Stati Uniti e naturalmente dall’Italia con l’invito a partecipare a mostre come quella del museo Correr, a Venezia “Oro di Venezia. Splendori dell’oreficeria veneta dal Medioevo ai giorni nostri” o del “Cantiere delle Arti” a Siracusa sedi in cui la sua ricerca è particolarmente evidenziata per la determinazione curiosa e cosmopolita con cui riesce a creare nuove forme, ma anche per inventare, o rifondare strategie già in uso, indispensabili al funzionamento tecnico degli oggetti che realizza che divengono perciò eccezionali e assoluti pezzi unici.

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