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redarrowleft.GIF (53 byte) Cinema Gennaio 2003

Un posto (in Toscana) al sole

 

Una donna americana reduce da un divorzio doloroso. Le magie della Toscana e della sua gente. E un ritorno alla vita. E’ questa la storia che Audrey Wells ha tratto dal libro di Frances Mayes e trasformato in un film con Diane Lane e Raoul Bova: una commedia romantica all’insegna dell’ironia

 

Audrey Wells è stata giornalista radiofonica prima di conseguire il master in cinematografia presso la University of California Los Angeles. Dopo gli studi ha scritto diverse sceneggiature originali, tra cui quella di “Faccia a Faccia” con Bruce Willis, “Un Uomo in Prestito” con Janeane Garofalo ed Uma Thurman e “George Re della Giungla...”, di cui è stata coautrice. Nel 1999, Audrey ha scritto e diretto il film indipendente “Guinevere”, con Sarah Polley e Stephen Rea, premiato per la migliore sceneggiatura al Sundance Film Festival e con il premio della giuria al Festival di Deauville. L’abbiamo intervistata a Cinecittà dove sta terminando le riprese di Under the tuscan sun con Diane Lane e Raoul Bova.
 

Cosa l’ha colpita di più del libro di Frances Mayes da cui lei ha tratto la sceneggiatura del suo film?
 

Per noi americani è sempre molto facile innamorarsi della toscana. Del suo sole e della sua luce che l’autrice ha raccontato con garbo e ironia. Il mio film è molto diverso dal libro. Se Frances Mayes tiene una sorta di diario di viaggio, noi abbiamo, invece, preferito trasformare il libro in un’esilarante commedia romantica. Mentre il racconto autobiografico è incentrato su come Frances Mayes abbia comprato un casale in Toscana, l’abbia ristrutturato ed abbia fatto conoscenza con molte persone diventando – in un certo senso – anche lei parte di una comunità. Il film, invece, racconta di una Diane Lane capitata in Toscana dopo che una sua amica l’aveva costretta a fare un viaggio, regalandole il biglietto, per riprendersi da un divorzio molto doloroso. L’avventura vissuta in Italia le consente di riprendersi e di rimettersi in sintonia con la vita stessa.
 

Diane Lane è un’attrice dalle grandi potenzialità comiche. Nonostante il suo aspetto da bomba sexy nei suoi film ha saputo dimostrare una grande carica ironica. Le interessava sfruttare questo elemento della sua recitazione?
 

Sì, assolutamente. Sono lieta che lei abbia notato questo particolare caratteristica della recitazione di Diane. Sì è una bella donna, ma è anche capace di sfoderare un grandissimo senso dell’umorismo. Anche se questo film è un dramma, per me era importante alleggerirlo attraverso momenti allegri esattamente come è la vita, che non è né bianca, né nera.  Avevo visto Diane Lane in Unfaithful e mi era sembrata perfetta per il ruolo. Sono sempre stata una sua fan e – alla fine – è stato un vero e proprio miracolo che abbia accettato di fare questo film.
 

Ha conosciuto l’autrice del libro? 

Immediatamente dopo avere firmato il contratto sono andata a Bramasole dove Frances vive con suo marito Ed. Sono rimasta a cena con loro e mi sono piaciuti enormemente. Sono persone spiritose e di grande ispirazione.  Il mio adattamento, però, resta una visione molto personale. Tanto il lavoro di Frances è stato passionale e poetico riguardo la ricostruzione della propria vita tramite l’acquisto di una casa, così ho voluto descrivere l’esistenza di una donna dal cuore infranto che trova la fede nella vita sufficiente per ricostruirsi un’altra vita in Italia. 

Cosa c’è, quindi, di nuovo sotto il sole (di Toscana)?

Un’idea vecchia come il mondo la cui scoperta è sempre nuova, ovvero il senso stesso della pellicola: la vera gioventù è quella del cuore. 

m.s.

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