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redarrowleft.GIF (53 byte) Cinema Gennaio 2003

Dal technicolor al tricolor

 

Ciampi festeggia gli 82 anni al Quirinale davanti ad attori e registi italiani. E così come pretende da governo e Parlamento anche al mondo della celluloide chiede di non tradire la memoria storica dell’Italia

 

Era già capitato a John Kennedy di sentirsi cantare “tanti auguri” da una diva come Marilyn Monroe. Un happening storico cui non ha nulla da invidiare il canto spontaneo in onore degli 82 anni del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi levatosi da attrici come Francesca Neri, Margherita Buy, Stefania Sandrelli, Maria Grazia Cucinotta, Ornella Muti, Laura Morante e Claudia Cardinale riunitesi al Quirinale insieme a molti tra registi, produttori e attori in occasione dei Premi De Sica 2002.

 

“Quando ci siamo visti l’ultima volta in occasione dei David di Donatello – ha detto il Capo dello Stato - eravamo preoccupati dal calo degli spettatori nelle sale cinematografiche del nostro Paese e dalla difficile presenza dei nostri film sul mercato nazionale. Mi sembra che oggi si possano registrare dei cambiamenti e un’inversione di tendenza”. Soprattutto la presenza degli spettatori è un tema che Ciampi considera molto importante: “Le multisale hanno contribuito positivamente nel favorire una presenza crescente dei giovani nelle sale cinematografiche. Un dato molto importante che mi fa piacere”. Ciampi, ha detto di essersi sentito molto orgoglioso per i complimenti ricevuti dal regista Martin Scorsese sulla professionalità dei nostri tecnici durante la lavorazione del suo ultimo film a Cinecittà ed è tornato poi sulla questione della conservazione della memoria storica italiana anche attraverso il cinema: “Torno ad invitarvi a cercare di trovare soggetti nella nostra storia in modo che questa diventi non solo testimonianza del passato, ma ricerca nelle nostre radici dei valori del futuro. Come nel caso del film El Alamein che al di là della battaglia ha proposto un momento esemplificativo del sentimento della nazione italiana”. Un elogio che ha reso molto felice il produttore del film Riccardo Tozzi:”Queste parole sono un premio alla nostra idea di quanto sia stato giusto realizzare quel film,  restituendo al paese la storia nella sua interezza, facendola finita con la rimozione dovuta all’ideologia e al pregiudizio. E’ un premio a tutti noi e in particolare al regista Enzo Monteleone”.

 

Le parole di Ciampi trovano d’accordo Fabrizio Gifuni, uno dei giovani attori italiani più impegnati, che – appena insignito del Premio De Sica – dice: “L’importante è che la storia mantenga dei punti fermi e non venga riscritta. Una considerazione valida per sia la storiografia, che per il cinema. La Repubblica nasce dall’antifascismo e dalla resistenza: il resto serve a creare un clima nuovo”. Mario Pescante, sottosegretario ai Beni culturali esprime a tal proposito un certo rammarico: “La difficoltà del nostro cinema nel raccontare la storia deriva dal confronto con l’industria nord americana che ha altri modi e ritmi.  I giovani di oggi conoscono poco vicende di cui quasi – in passato – ci si è vergognati”. Il regista Gabriele Salvatores, vincitore di un Oscar per Mediterraneo scritto da Monteleone aggiunge: “Sono molto felice delle parole di Ciampi che premiano un bel film. Mi domando solo come mai Enzo non sia tra i premiati di questa mattina”. Un quesito cui risponde subito Gianluigi Rondi, presidente del premio intitolato a Vittorio De Sica: “Quest’anno abbiamo preferito  premiare i registi e non gli sceneggiatori. Monteleone come regista ha diretto pochi film. Come sceneggiatore ha scritto lavori decisamente splendidi. Penso che l’anno prossimo sarà certamente inserito nella lista dei premiati”. Mentre il riconoscimento intitolato a De Sica è solo rimandato per l’autore di El Alamein, l’attenzione della massima carica dello Stato nei confronti del cinema è molto presente: “Ciampi segue il cinema da vicino e non solo come forma d’arte e di intrattenimento – spiega Rondi – Con proiezioni private, incontrando autori e membri dell’industria”. Un premio “utile”, quindi, il Vittorio De Sica? “Sì, perché diventa un’occasione per il Capo dello Stato di scambiare opinioni e pareri con il mondo del cinema in tutte le sue espressioni”.

m.s.

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