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redarrowleft.GIF (53 byte) Cinema Ottobre-Novembre 2002

L’eroe debole

 

Un soldato anticolonialista che rifiuta la guerra, il disprezzo di commilitoni e famiglia, il ritorno in battaglia per salvare tutti. E’ la trama de “Le quattro piume”, protagonista Heath Ledger. Che in questa intervista a Nautilus ha raccontato le fatiche di un film ambientato nell’Africa di fine ‘800. E l’importanza di avere per amici attori come Wes Bentley e Mel Gibson

 

locandina del film LE QUATTRO PIUMETratto dal romanzo di A.E.W. Mason e diretto dal regista di Elizabeth Shekar Kapur, Le quattro piume racconta la storia delle truppe britanniche che nel 1885 furono inviate in Africa per rompere l’assedio della città di Khartoum da parte delle milizie locali guidate dal condottiero El Mahdi. Protagonista della vicenda è Harry Feversham (Heath Ledger), valoroso soldato dell’esercito di sua maestà. Tormentato dai dubbi sulla legittimità del progetto coloniale britannico, Harry rifiuta l’ordine di partire col suo reggimento alla volta del Sudan per fronteggiare l’attacco dei ribelli. Una disobbedienza scandalosa, che infrange il rigido codice d’onore militare, procurando ad Harry il disprezzo del padre, l’ostilità degli amici e di Ethne (Kate Hudson), la sua fidanzata.

Proprio da questi ultimi, in segno di sfida al suo clamoroso gesto, riceve una piuma bianca, simbolo della codardia. Solo, inquieto e afflitto, Harry vaga senza meta per le livide strade di Londra fino a quando viene a sapere che il suo reggimento è ridotto a mal partito nella lotta contro le milizie africane. L’amicizia fraterna per i suoi commilitoni vince allora il suo sentimento di ostilità verso la guerra e lo spinge a partire. Durante il solitario e pericoloso viaggio verso il Sudan, Harry si allea con Abou Fatma (Djimon Hounsou), esperto guerriero mercenario, che lo aiuterà nell’eroica missione di penetrare le linee nemiche per salvare i suoi compagni d’armi. Nautilus ha intervistato Heath Ledger.

 

Che tipo di sforzo ha richiesto per lei questo ruolo?

 

Le emozioni vissute dal mio personaggio sono senza tempo. Esprimono un’epoca attraverso la postura e la scelta dei movimenti. Rappresentano una mescolanza di paure e di emozioni.

 

Chi sono per lei gli eroi?

 

I miei genitori e alcuni personaggi storici come il rivoluzionario Ned Kelly che ho avuto l’opportunità di conoscere bene grazie ad un film appena terminato di interpretare. Kelly era un uomo dai saldi principi che rimase imperturbabile per la sua causa. Ogni giorno incontro persone che sono dei piccoli eroi: uomini e donne gentili. Del resto cos’è l’eroismo oggi? Secondo me sta anche nel mostrare la propria debolezza. Eroismo e codardia sono categorie che spesso raccolgono gli atti di tutti quanti noi in momenti diversi della nostra vita.

 

Qual è stata la cosa più difficile di questo film?

 

L’intero film a partire dalla sua preparazione. Per quattro settimane abbiamo fatto delle letture e delle prove, dissezionando pagina per pagina la sceneggiatura. Abbiamo lungamente parlato della funzione di ogni singolo personaggio. Questa è stata la chiave di lettura: mettere a fuoco le varie storie personali per dare un’idea chiara del totale della situazione. Dal punto di vista fisico ho lavorato molto per conquistare l’aspetto di un soldato, la parlata e la camminata di un militare con la relativa postura. Ho cercato di sviluppare un accento, imparato a cavalcare e a tirare di spada. Il mio lavoro era quello di entrare nella mentalità di un’altra epoca. Ci sono state molte scene davvero dure, ma – che ci devo fare – più sono complesse,  più mi diverto a realizzarle. Le quattro piume è  stata una vera e propria sfida.  Non abbiamo mai smesso di pensare al film per tutta la durata delle riprese. Personalmente la cosa più difficile era presentarmi al trucco alle 3 del mattino per essere sul set alle 6. Praticamente dormivo sulla sedia con i tre truccatori che mi trasformavano il viso. E’ stata una bella sfida.

 

Quali responsabilità ha sentito di avere interpretando questo ruolo?

 

Di rendere in maniera veritiera emozioni forti legate alla passione, all’amore e alla paura. La grande difficoltà di questo ruolo sta tutta nel presumere che le persone di quell’epoca avessero tali atteggiamenti che noi desumiamo soltanto attraverso la lettura dei libri, senza – ovviamente – avere mai incontrato nessuno. Questo porta paradossalmente anche ad una grande libertà interpretativa nel creare uno stile che al tempo stesso sia anche un piccolo salto nel buio. Quello che era importante, prima di arrivare sul set, era avere un proprio archivio di emozioni da utilizzare. Ci siamo preparati ad ogni cosa e ciò ha reso tutto più facile. Non considero Le quattro piume come il “mio” film, bensì come una pellicola in cui avevo un ruolo determinante e in cui potevo “condividere” le mie responsabilità equamente insieme ai miei colleghi.

 

Si sacrificherebbe per qualcuno?

 

Assolutamente sì: per un amico, per la mia famiglia, per un amore disperato...anche una bandiera: a patto che questa rappresenti un insieme di persone e non gli interessi di qualche grasso uomo politico.

 

Cos’è l’onore per lei?

 

La capacità di ottemperare alle scelte della mia vita.

 

Lei crede esista una guerra giusta?

 

No, penso proprio di no. La guerra fa parte dell’istinto umano. E gli istinti vengono guidati, spesso, attraverso ideali appositamente creati dalle gerarchie religiose. Devo dire, però, che nonostante io sia un pacifista se la mia famiglia e la mia patria fossero minacciate, non esiterei un attimo a difenderle. La cosa peggiore è che la nostra è una società giovane. Il progresso dell’uomo arriva attraverso le epoche e noi – temo – non faremo in tempo a vedere la fine. Temo che – come per i bambini che si scottano sui fornelli per toccare la fiamma – l’umanità possa imparare soltanto dai suoi errori.  Solo le cicatrici ci ricordano efficacemente i nostri sbagli.

 

Qual è la sua opinione sulla colonizzazione?

 

Ogni uomo dovrebbe potere vivere secondo gli ideali in cui crede. Penso che la cosa peggiore della colonizzazione sia stata quella di forzare le persone a credere in degli ideali e imporre loro una vita che non apparteneva ad essi. Il terrorismo ha evidenziato delle differenze culturali che non possono essere marchiate semplicemente come “sbagliate”. Bisogna comprendere il nemico e l’avversario. Anche solo per batterlo o per – magari – stipulare la pace. Il muro contro muro non serve a nessuno.

 

Lei è un attore che nonostante la giovane età è già molto noto. Pensa di avere superato quella famosa “Linea d’ombra” di cui parla Conrad?

 

Spero di non avere superato la linea. Almeno ancora non completamente. Sono ancora lì per farlo. Non voglio smettere di trarre ispirazione ed imparare da tutte le persone che incontro e dalle cose che mi circondano. Ogni giorno della mia vita ci sono piccole cose che – se messe insieme – vanno a comporre un’immagine più grande della mia vita.

 

Quali sono i suoi attori preferiti?

 

Non ero appassionato di film quando ero piccolo. Semplicemente non li guardavo e non volevo essere nessun attore. Ero – in maniera arrogante – concentrato su me stesso. La prima persona che ho ammirato per la sua recitazione è stata mia sorella che recitava a teatro. Qualcosa nei suoi occhi ha ispirato il mio lavoro. Adesso ammiro molti attori e nominarne solo qualcuno potrebbe significare fare un torto – ammesso che lo considerino tale – a tutti gli altri: Sean Penn, Meryl Streep, tutti gli attori degli anni Settanta da De Niro a Christopher Walken. Personalmente mi sento molto ispirato dalle persone con cui lavoro. Come Wes Bentley o Mel Gibson. Se lei scorre il mio curriculum troverà il nome di tanti attori con cui ho lavorato. Ammiro molto tutti questi, perché a differenza degli interpreti che vedo solo sullo schermo, queste persone mi hanno insegnato molto di persona standomi accanto per molte settimane.

 

A cosa sta lavorando adesso?

 

Sulla mia vita. Dopo otto mesi di lavoro forsennato penso di riposarmi un po’ tornando a casa mia in Australia. Mi va di trascorrere un po’ di tempo con le mie sorelle e con la mia famiglia. Fare un po’ di surf e abbronzarmi in spiaggia.

 

m.s.

 

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