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redarrowleft.GIF (53 byte) Lettura Ottobre - Novembre 2002  
 

Investigatore Metcalf, attento al canguro killer

Una mezza via fra Blade Runner e Raymond Chandler. Dove omicidi e droga si mescolano ad animali parlanti. E’ “Concerto per archi e canguro” l’ultima fatica di Jonathan Lethem, newyorchese di 38 anni e voce di punta della nuova narrativa americana. Che spiega a Nautilus la scelta di tornare allo stile dei grandi noir degli anni ’40 ambientandoli in un mondo da fumetti

Rude, disordinato, ai ferri corti con l'altro sesso: l'investigatore privato Conrad Metcalf conduce una vita molto simile a un brutto sogno. I suoi punti karmici sono pericolosamente in discesa, le sue terminazioni nervose sono state scambiate con quelle di un'ex fidanzata, e per le strade incontra pecore in vestaglia e pantofole o conigli in doppiopetto. Maledette le terapie evolutive che hanno riempito di animali dalle sembianze umane e bambinetti superintelligenti una Oakland già poco ospitale.
Come se non bastasse, il facoltoso urologo Maynard Stanhurt è stato appena assassinato nella classica stanza di motel, poco dopo aver incaricato Metcalf di pedinare la splendida moglie biondo platino. E ora, nella sala d'aspetto dello studio che l'investigatore condivide con un dentista, si presenta Orton Angwine, indiziato numero uno per l'omicidio del suo cliente. Succede come in amore, pensa Conrad, "speri sempre di innamorarti di una bella sconosciuta, poi invece esci con la sorellina del tuo migliore amico": mai aspettarsi facce nuove. Bastano le sorprese che ti riserva un mondo dove qualsiasi domanda è tabù, dove si aggirano dark lady che annebbiano il cervello più della droga, dove un canguro dal grilletto facile al soldo di qualcuno ti sta alle calcagna.

Calando il suo libro hard-boiled Concerto per archi e canguro in un futuro da Blade Runner, in cui l'inquisizione ha rubato il posto alla polizia, e una fedina penale sporca (misurata in punti karmici) può condannare all'ibernazione, Jonathan Lethem rende il proprio visionario, ironico omaggio a maestri del genere come Dashiel Hammett e Raymond Chandler. Nato a New York nel 1964, Jonathan Lethem è una delle voci di punta della nuova narrativa americana. È autore di racconti (A ovest dell'inferno e L'inferno comincia nel giardino, entrambi usciti in Italia per minimum fax) e di romanzi, tra cui Oggetto amoroso non identificato e Testadipazzo, pubblicati in Italia dalla Marco Tropea Editore. Nautilus l’ha intervistato in esclusiva.

Mr.Lethem, perché questa scelta letteraria?

Sentivo la necessità di esprimere il mio amore per un genere letterario molto interessante che ho sempre amato. Sentivo, però, anche il bisogno di inventare qualcosa di nuovo e di immettere nella narrazione elementi destabilizzanti che sganciassero il mio stile da quello del passato.

Eppure il risultato – alla fine – è paradossalmente più fedele che se avesse tentato di ravvivare un genere letterario…

Capisco quello che vuole dire…forse questo capita, perché pur essendo elementi nuovi provenienti più dalla fantascienza che dall’ Hard Boiled e dal Noir sono fedeli nello spirito ai personaggi creati da Chandler o da Dashiell Hammett…

Fedele nell’infedeltà…

Decisamente…

Un altro elemento di grande interesse è dato dal linguaggio. Lei riesce a replicare lo stile dei dialoghi de Il grande sonno senza apparire obsoleto o ridicolo…

E’ stato uno sforzo che mi ha molto coinvolto. Per quanto possono essere peculiari i dialoghi di autori come Raymond Chandler sono stati “banalizzati” dagli adattamenti cinematografici. Desideravo quindi che pur rendendo palpabile l’influenza di Chandler il lettore non smarrisse in un adattamento che potesse suonare falso.

Perché questo grande amore per un genere letterario come il noir?

Le atmosfere di questo tipo di letteratura e del cinema che da essa è stata tratta sono decisamente irripetibili. E’ qualcosa di molto divertente, ma – soprattutto – è un genere letterario che ha toccato l’anima di molti.

m.s.

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