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redarrowleft.GIF (53 byte) Attualità Maggio 2002  
 

Usa, aule toilettes for ladies e for men

Una ricerca americana scopre che nelle classi miste si studia di meno. Così il presidente Bush propone di dividere a scuola i maschi dalle femmine. Un paradosso della società dell’integrazione a ogni costo. Inapplicabile (si spera) in Italia. Anche perché chissà cosa succederebbe nel quarto d’ora di pausa

Se nelle scuole italiane si sta diffondendo il fenomeno del "bullismo", con conseguenze spesso pesanti sui comportamenti negli ambienti scolastici ed esterni, negli Usa la situazione è tanto degenerata da compromettere la tranquilla convivenza nelle aule. Sono in aumento, infatti, atti di violenza sempre più gravi: omicidi, casi di maternità di studentesse minorenni e chi più ne ha più ne metta. Anche da noi, però, non si scherza: basti pensare a quello che succede nelle gite scolastiche per renderci conto che è necessario ovviare al problema in qualche modo.

Bush propone "grembiulini rosa e grembiulini azzurri", ossia classi "monogenere", come vengono definite oggi: Mai più maschi e femmine nello stesso banco, mai più "libri galeotti" per dirla con Dante, quelli che ti fanno sognare quando guardi negli occhi la compagna di banco. Basta con le piccole complicità e gli adorabili intrighi. Clan di scaltrissime ragazzine, perché le femmine nell’età dell’adolescenza sono più mature e furbette dei maschi, si affiancheranno a noiose classi di ragazzi imberbi, brufolosi con profitti sicuramente più bassi delle femmine; nelle statistiche più recenti, infatti, le studentesse hanno risultati scolastici più brillanti dei maschi, sono più competitive e più determinate nello studio. In compenso, il "merendino" diventerà il luogo della perdizione e il cortile lo spazio del peccato a meno che Bush non proponga anche un nuovo muro di Berlino in ogni scuola.

Non tutti gli studenti sono a favore delle classi miste: il consenso aumenta con l’età. E’ del tutto indifferente per i bambini delle elementari; alle medie si crea invece un autentico attrito tra maschi e femmine. "Fra femmine e maschi c’è un vero e proprio odio - dice Erika di prima media- non vogliamo stare nel banco assieme, ci insultiamo in continuazione, non abbiamo nessun argomento in comune. In ricreazione ci troviamo il nostro spazio e guai se un maschio viene a rompere. In classe mia siamo tutti favorevoli alla separazione tra maschi e femmine".

Nei primi due anni di superiori la situazione cambia di poco: "Le ragazze" dice Marco "guardano solo quelli più grandi, non ci rivolgono la parola e noi siamo spesso troppo timidi per fare il primo passo; quindi è come se vivessimo in classi separate."

Al terzo anno scattano invece altri meccanismi. "Lavoriamo insieme volentieri, formiamo delle compagnie anche fuori dalla scuola" afferma Giulia, 17 anni, " alcuni flirtano in classe, ci sono anche delle coppiette ben affiatate che nel cambio dell’ora non fanno altro che sbaciucchiarsi".

"Classi unisex??" ride Stefano 18 anni, "Sono pazzesche, cose da tribunale dell’inquisizione; mi meraviglio che il Dipartimento dell’Istruzione degli Usa possa aver proposto una simile soluzione, anche perché la società è fatta di maschi e femmine e la scuola deve educarti a vivere in essa". E Andrea, 16 anni aggiunge: "E’ una grande cavolata; Bush può andare a farsi prete, se vuole, ma che non coinvolga tutti i maschi e non tolga loro questa meravigliosa opportunità di entrare in contatto con il misterioso e inesplorato universo femminile".

E i professori che ne pensano?

"Sono altre le strategie per combattere la violenza - afferma un docente dell’ITC - Non è con i divieti che si affrontano i problemi che si rispecchiano nella scuola, ma non nascono né si risolvono in essa. E’ la crisi dei valori di un sistema di capitalismo avanzato che ormai incrina e devasta le giovani generazioni americane. Non è certo separando i maschi dalle femmine che si educa alla serena convivenza". Afferma invece un preside di liceo: "Ritengo la proposta decisamente paradossale. E' un paradosso che nella patria dell'integrazione ad ogni costo si affronti, sia pure a livello intellettuale, una proposta di questo tipo. Lo sforzo dei paesi che si dicono culturalmente avanzati deve essere quello di tutelare e valorizzare le diversità. Come si fa a tutelare e valorizzare le diversità se già nella scuola si propone di dividere?"

Chissà se anche il ministro Moratti sta riflettendo su qualche iniziativa del genere, e se nella precarietà del nostro sistema scolastico fra qualche anno avremo ancora i cari vecchi compagni di scuola, quelli che si innamorano della "più carina", la più cretina che filava tutti fuorché te, come cantava Venditti qualche anno fa.

Maria Chiara Passera

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