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redarrowleft.GIF (53 byte) Cinema Gennaio 2002


 I film di Gennaio 2002

I parte

Momo

Di Enzo D’Alò – Film d’animazione

Momo è un’enigmatica bambina di otto anni che si imbatte nei terribili Signori Grigi, che vogliono rubare il tempo e la felicità agli uomini. Momo cerca di combatterli con l'aiuto della tartaruga magica Cassiopea e di Mastro Hora, amministratore del Tempo. Ma sembra essere tardi: non c’è più nessuno per giocare e il mondo sembra cambiato per sempre. Didascalico e noioso, questo apologo sul lavoro e sul tempo per divertirsi funestato da un’inspiegabile colonna sonora urlata da Gianna Nannini, sembra non avere la sensibilità poetica e la lucidità narrativa de La freccia azzurra e La gabbanella e il gatto. Eccessivamente involuto e cerebrale, il film non riesce a coinvolgere lo spettatore in una trama interessante, ma non appassionante. Un passo falso per Enzo D’Alò.

L’uomo che non c’era

Dei Fratelli Coen con Billy Bob Thornton e Frances McDormand

La tematica esistenzialista proposta dal titolo di questo ennesimo piccolo capolavoro di ironia e di arguzia dei fratelli Joel e Etan Coen si inserisce perfettamente nel contesto di una pellicola omaggio al cinema in bianco e nero legato ai dischi volanti e di tradimenti, affrontandoli alla luce del senso di spaesamento del protagonista. Un uomo che – come barbiere – è più esposto di altri dinanzi al bombardamento di domande (più o meno intelligenti) riguardo l’esistenza. Interpretato da un Billy Bob Thorton che definire straordinario sarebbe riduttivo. Un noir dall’impianto classico filtrato attraverso la voce off del protagonista in un flusso di coscienza lucido e dalle suggestioni surreali.

Behind the enemy lines

Di John Moore con Chris Owen, Gene Hackman

Storia di un pilota americano catapultatosi dopo essere stato abbattuto sui cieli della Bosnia, inseguito dai miliziani serbi per colpa di alcune foto compromettenti il processo di pace, Behind the enemy lines è una sgradevole pellicola alimentata da una tronfia quanto cieca retorica militarista. Pieno di luoghi comuni e con Gene Hackman in un ruolo minore, questo film girato come un videoclip è l’ennesima reiterazione della storia del soldato pasticcione che nel momento del pericolo mostra di avere le qualità per cui è stato addestrato. Nonostante le sequenze spettacolari stile Top Gun, questo film è una collezione di orrori fini a loro stessi senza alcun approfondimento storico, né psicologico, con un montaggio demenziale dove ogni dettaglio visivo è curato, mentre il tessuto narrativo è abbandonato irrimediabilmente a se stesso.

Spy Game

Di Tony Scott con Brad Pitt, Robert Redford

Nonostante un uso sconsiderato e anacronistico della tecnologia, Spy Game è un film interessante e di grande intrattenimento. Ambientato in Vietnam, a Berlino Ovest e a Beirut Spy Game è una veloce carrellata sulle malefatte della Cia, allorché un suo agente è stato preso prigioniero dai cinesi in un’operazione militare condotta in piena solitudine. La classe di Redford, lo stile narrativo del regista fratello di Ridley Scott e il carisma di luoghi e personaggi tra scenari da Guerra Fredda e Medioriente conducono lo spettatore in un gioco di spie che sembra richiamare il grande cinema del passato. Da notare il finale che ricorda volutamente I tre giorni del condor. Stessa macchina, stesso colore, stesso attore inconfondibile.

Tomb Raider

Di Simon West con Angelina Jolie, Jon Voight, Noah Taylor

Un po’ Indiana Jones e molto James Bond Lara Croft è la risposta a tanti eroi maschi. Sensuale, elegante e desiderabile, la protagonista di Tomb Raider è impegnata nella ricerca di un manufatto costruito da un’antica civiltà che consente di controllare lo spazio e il tempo. A contenderlo c’è una società segreta con sede a Venezia in via Dolorosa chiamata "Gli Illuminati". Un film passabilmente spettacolare in cui l’azione mutuata dal videogame viene distillata attraverso una fredda sensibilità da videoclip. Tomb Raider è una piacevole e ingenua cavalcata nel cinema d’azione per poco più di un’ora e mezza. Un film scontato dall’inizio, che, però, nella carica sexy e atletica della Jolie trova la forza in grado di renderlo intrigante.

Apocalypse Now – Redux

Di Francis Ford Coppola con Martin Sheen, Marlon Brando, Robert Duvall

Apocalypse Now – Redux rappresenta uno di quei casi in cui il cinema è meglio del sesso. Una pellicola emozionante e straordinaria che ci fa capire come non abbiamo mai visto prima il vero progetto concepito da Francis Ford Coppola che adesso – dopo essere stato presentato a Cannes – arriva nelle sale con circa cinquanta minuti in più per la durata complessiva di tre ore e diciassette in un’edizione rimasterizzata e ridoppiata per l’occasione. Un classico fuori dal comune che stende lo spettatore con la sua preveggenza e con la sua lungimiranza politica. Una pellicola di cui non si può che dire bene. Dalla trama all’ambientazione, dalla recitazione degli attori alla forza corrosiva di una storia senza tempo che fa rabbrividire oggi quando l’America è impegnata in un’altra guerra. Un film di denuncia che ha segnato il nostro tempo. Uccidete per un biglietto…

Morì con un felafel in mano

Di Richard Lowenstein con Noah Taylor, Emily Hamilton

Divertente e visionario questo film è una sorta di moderna rivisitazione della figura dell’Idiota di Dostoevski con un personaggio assolutamente vittima degli eventi, mentre è alla perenne ricerca di una casa e di un modo per diventare uno scrittore di successo. Tra amici nevrotici e coinquilini maniaci la sua vita in Australia è perseguitata dalla follia generale e dai guai in cui si è messo per colpa di alcuni tipacci. Noah Taylor (Shine, Simon Magus) si conferma per essere un’interprete dalle qualità straordinarie, mentre il regista Richard Lowenstein gli costruisce intorno una storia dai toni surreali proposta malinconicamente allo spettatore da quella fotografia tenue e rarefatta tipica della cinematografia degli antipodi.

Bandits

Di Barry Levinson con Bruce Willis, Cate Blanchett, BillyBob Thornton

Bandits è la dimostrazione che non esistono generi troppo datati per essere raccontati in maniera nuova. Originale e – soprattutto – divertentissima al limite dell’esilarante questa pellicola segna un passaggio nella cinematografia di Barry Levinson un regista alla continua sfida di se stesso. Girato in maniera sorprendente e – soprattutto – imprevedibile nel suo essere assolutamente "scontato" dall’inizio alla fine, Bandits ha il pregio di colpire il cuore dello spettatore con la storia dei due evasi che diventano rapinatori di banche. Sexy e macho Willis, complessato e paranoico l’altro, i due amici si innamorano perdutamente di una donna speciale, sequestrata per sbaglio, proprio al culmine dell’insoddisfazione nei confronti del marito.

Il diario di Bridget Jones

Di Sharon McGuire con Renée Zellweger, Hugh Grant, Colin Firth

Smussate le ruvidità del romanzo, Renée Zellweger ha messo su parecchi chili per entrare nei larghi abiti di Bridget Jones, alter ego da quattro milioni di copie della scrittrice – editorialista Helen Fielding che nel Diario a lei dedicato ha descritto la vita di una single trentenne con problemi di alcol, fame nervosa e sigarette. Un successo tutto britannico che nel film realizzato dallo stesso gruppo di lavoro di Notting Hill e Quattro matrimoni e un funerale ha come protagonista la trentaduenne attrice proveniente dal Texas. Una commedia romantica divertente e decisamente adatta a questa era di singles forzate con Colin Firth (Shakespeare in Love, Febbre a 90°) e Hugh Grant a contendersi la bella addetta all’ufficio stampa di una casa editrice londinese.

Il principe e il pirata

Di e con Leonardo Pieraccioni, Massimo Ceccherini

Dopo il "tonfo" de Il pesce innamorato, Leonardo Pieraccioni fa piazza pulita degli orpelli del buonismo di risulta per tornare alla commedia pura al fianco di un Massimo Ceccherini equilibrato ed essenziale nel suo essere eternamente uguale a se stesso. Un on the road all’italiana in cui tra The Blues Brothers e La strana coppia, il duo fiorentino interpreta la storia di due fratelli riuniti dal caso in viaggio per riscuotere una singolare eredità. Semplice, leggero e molto diretto Il principe e il pirata sembra un po’ riprendere lo spirito del Pieraccioni delle origini che pur rivendicando ancora per se stesso il ruolo di "bravo ragazzo" punta ad una commedia che riesce a divertire ed intrattenere lo spettatore, pur essendo ancora afflitta da tante macchiette e incertezze.

Pauline & Paulette

Di Lieven Debrauwer con Dora van der Groen, Ann Petersen

Pauline è una donna semplice di 66 anni; non sa leggere, né scrivere, e neanche parlare correttamente. Vive in un villaggio fiammingo in una zona tra Bruxelles e la costa belga. La sorella maggiore di Pauline, Martha, dalla morte dei genitori si è sempre occupata di lei. Poi Martha muore improvvisamente. Il testamento stabilisce che tutti i suoi averi terreni e i proventi della vendita della sua casa andranno a una delle altre due sorelle, Paulette o Cécile: quella che si prenderà cura di Pauline. Entrambe le sorelle sono interessate all’eredità ma nessuna – né Paulette, proprietaria di un negozietto nel villaggio, né Cécile, che vive a Bruxelles – vuole occuparsi di Pauline…Pauline idolatra Paulette. Ma Paulette cerca in tutti i modi di rimanere insensibile a questa eccessiva ammirazione. Ogni santo giorno caccia via la sorella, che continua a venirla a trovare al negozio…

Ti voglio bene Eugenio

Di Francisco J. Fernandez con Giancarlo Giannini, Giuliana De Sio

Eugenio è un uomo down, tranquillo, affabile e sornione. Vive da solo nella sua splendida casa immersa nella campagna e lavora come giardiniere. Su richiesta del Professor Boselli accetta di raccontarsi a Patrizia, una giovane donna incinta, tormentata dall’incertezza di dare alla luce un figlio….come lui. Al Centro traumatologico in cui svolge volontariato, Eugenio deve occuparsi di Laura, appena uscita dal coma nel quale era piombata in seguito ad un incidente stradale. Il recupero della ragazza è prioritario per Elena,l’amica del cuore di Eugenio, amata in segreto e senza speranze, che ha lasciato il paese da adolescente per sposare un uomo più grande di lei che l’aveva sedotta e dal quale aspettava una figlia, Laura, appunto.

Aida degli alberi

Di Guido Manuli – Film d’animazione

Aida è la figlia del re del regno di Arborea. Uno splendido regno fatto di alberi e fonti luminose è messo in pericolo dai crudeli soldati del vicino regno di roccia e costruzioni: Petra. I soldati prendono come schiavi gli abitanti di Arborea a causa di un odio atavico divide i due popoli. Finché un giorno Aida incontra per caso il figlio di un generale di Petra, il giovane e aitante Radames. I ragazzi si innamorano e con tutte le loro forze desiderano che la pace unisca i due regni. Ma dovranno combattere contro il malefico Dio di Petra, Satam, che vuole la guerra e la impone per mano del sacerdote Ramfis. Riuscirà l'amore a trionfare sul male? L’Aida di Giuseppe Verdi alla luce di una sensibilità nuova, con le musiche di Ennio Morricone.

Un amore perfetto

Valerio Andrei con Mia Frye, Cesare Cremonini, Martina Stella

Celestino detto Ceghe è un aspirante calciatore che, squalificato per due anni, si rifugia nella pensione dei suoi a Milano Marittima dove conosce e si innamora di Laura. Lasciata la Vespa, scorazza sul lungomare a bordo di una Spider Triumph bordeaux, ma riceve uno scacco in amore. Laura, Celestino e il suo amico Bernie sono praticamente inseparabili. Tra Ceghe e Laura è scoppiato il classico colpo di fulmine, ma anche tra Laura e Bernie, complice lo stesso Ceghe il cui sogno è di vivere un rapporto a tre senza gelosie e invidie, scocca la scintilla. Storia estiva e volutamente provinciale di un triangolo amoroso in cui entrano in gioco anche l’amicizia e la lealtà.

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