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redarrowleft.GIF (53 byte) Attualità Ottobre 2001  
 

Non cliccate, il nemico vi ascolta

Interi siti Internet con le planimetrie di centrali nucleari, impianti chimici, reti di gasdotti con indicati i punti deboli. E perfino dislocazione e dettagli dei bunker segreti del presidente Bush e del suo vice. Gli Usa in guerra con i terroristi dicono che il web può essere una manna per i terroristi. Per questo molti stanno chiudendo o proteggendo i siti a rischio . Ma non tutti sono d’accordo: che ne sarà, si domandano, dei diritti dei cittadini ad essere informati?

Se è vero che questa è una guerra senza tv e giornalisti (peggio ancora che nel Desert Storm), resta sempre Internet a darci qualche idea su cosa succede in Usa e Afghanistan. Anzi di idee ne dà tante che negli Stati uniti stanno cercando disperatamente di chiudere pagine web e blindare siti governativi e non. Da quando hanno scoperto che on line da qualsiasi parte del mondo è possibile accedere a informazioni anche vitali, segrete e "classified" su aree militari, nascondigli del presidente, impianti nucleari e acquedotti metropolitani. La gioia dei terroristi, insomma.

Ad accorgersi che su Internet c’erano, ad esempio, i particolari chiave sui bunker segreti usati dal presidente Bush e dal vice presidente Cheney in caso di emergenza, è stata la rete tv Abcnews. Le posizioni e la disposizione dei centri di comando presidenziale e militare — così come le informazioni sulla dislocazione delle loro riserve idriche — sono insomma accessibili a tutti gli utenti della Rete. Per gli esperti di cose militari alcune di queste informazioni dovrebbero essere assolutamente segrete. Invece eccole lì, basta digitare qualche indirizzo Internet per sapere da quale cisterna viene presa l’acqua che serve il bunker del presidente. Altro che antrace via posta: un bidone di qualche schifezza chimica nella cisterna e ammazzi qualche decina di generali a stelle e striscie. Una sorpresa (il che è tutto dire) perfino per l' ex direttore James Woolsey della CIA, che ha detto di non aver mai saputo che tali particolari erano disponibili sul Internet. "Non avevo proprio idea idea che fossero sul Web mappe e piani di certe strutture – ha commentato incredulo Woolsey - E’ una roba pazzesca…".

La cosa buffa è che i siti Internet "pericolosi" non sono stati creati da chissà quali nemici dell'America: sono stati progettati dai gruppi no profit, da appassionati della Guerra Fredda e perfino dal governo Usa stesso. E’ vero che dall’11 settembre alcune delle pagine di Web più a rischio sono state rimosse, ma molte altre sono rimaste al loro posto. Pronte per l’uso.

La Federazione degli scienziati americani (Fas), un’associazione che critica l’eccesso di segretezza da parte del governo di Washington e che per questo pubblica centinaia di foto e documenti "riservati", ha già eliminato dal suo sito circa 200 pagine con contenuti "sensibili" sulla Casa Bianca e su altre strutture.

"Per quanto orrendo sia l’abuso che l’autorità governativa fa delle procedure di segretezza, è niente al confronto delle migliaia di americani morti negli attentati" ha spiegato Steven Aftergood, uno dei responsabili del Fas. Così hanno deciso di cancellare le informazioni a rischio "almeno fino a guerra conclusa". Stessa cosa hanno fatto gli enti governativi: le pagine pericolose per la sicurezza sono state o rimosse o protette da firewall (un sistema di protezione dati dalle intrusioni via computer).

Esempi: l’Ente per il controllo dell’energia nucleare ha chiuso al pubblico il suo sito web, visto che all’interno c’erano dati e planimetrie degli impianti nucleari. Il sito dell'Agenzia per la protenzione dell'ambiente non fornisce più le informazioni sui programmi della gestione degli impianti chimici a rischio. Il Time magazine ha riportato qualche giorno fa che Mohamed Atta, il leader dei kamikaze dell’11 settembre, ha sorvolato la primavera scorsa alcuni impianti chimici nel Tennessee ed ha fatto ad un pilota locale "domande pazzesche" (come questi le ha definite) circa le attrezzature.

L’Ufficio di sicurezza di gasdotti e oleodotti dei trasporti ha recentemente limitato l'accesso alla Mappa nazionale delle condutture, che mostra le posizioni delle condutture del gas naturale e di altri dati, comprese le informazioni su dove eventuali perdite delle condutture potrebbero mettere l'acqua potabile a rischio. Altro regalo per potenziali terroristi?

Scrivono i responsabili del sito Globalsecurity.org (gruppo simile al Fas, pubblica sul web analisi militari e immagini via satellite): "Il sito di un corpo di genieri dell’esercito Usa che conteneva informazioni su un centro di comando militare sotterraneo vicino a Washington è stato spostato dietro un firewall dopo l’11 settembre. E per accedere ai dati ora serve la password".

Non tutto però è così semplice. Non senza ragione infatti alcune associazioni di diritti civili, come la stessa Globalsecurity, hanno espresso la preoccupazione circa l'eliminazione di questi siti: le informazioni, dicono, sono poco utili ai terroristi ma hanno una grande importanza per i cittadini preoccupati della sicurezza delle attività industriali nelle loro comunità. "Così facendo ora gli americani sono meno informati su come vengono spesi i loro soldi, sui rischi ambientali, E i terroristi così vincono rendendo meno disponibili queste informazioni". La stessa Globalsecurity ha rifiutato di eliminare dal suo sito alcune pagine che trattavano di strutture militari, richiesta che le era stata fatta da alcuni funzionari dell’esercito Usa. "Abbiamo controllato quelle informazioni – hanno spiegato – E non c’era nulla che potesse aiutare un terrorista deciso a progettare un attacco".

Google, uno di più grandi motori di ricerca del Internet, ha fatto sapere di aver iniziato a rimuovere le sue copie dei siti che potrebbero minacciare la sicurezza nazionale. Anche perché su Google sono disponibili anche quelle copie di pagine web già dismesse o cancellate da tempo ma rimaste in archivio. Un servizio importante per i surfers del Web, ma un'altra sorgente potenziale di informazioni per i terroristi. Come dire che è inutile chiudere un sito se le pagine sono state prelevate da qualcuno precedentemente o immesse nei motori di ricerca che le hanno magari archiviate.

Per gli esperti di sicurezza e intelligence insomma solo un’ulteriore conferma di quanto dicono da tempo: una volta che qualche cosa (segreti compresi) finisce sul web è molto difficile tornare indietro per nasconderla. Forse è ancora in giro, da qualche parte, nascosta nei cluster di un remoto hard disk.

Alessandro Mognon

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