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redarrowleft.GIF (53 byte) Cinema Luglio 2001


Hannibal in DVD

E ad Hannibal piace mangiare italiano

Quando anni fa uscì Il silenzio degli innocenti era un giovane attore alle prime armi. L’anno scorso il miracolo: Fabrizio Gifuni, volto nuovo del cinema nazionale, ha fatto la vittima di Anthony Hopkins cannibale nel seguito del film di Ridley Scott. Una piccola parte 
che però lo ha messo di fronte ai trucchi e al talento di due grandi nomi di Hollywood

Fabrizio Gifuni è uno dei volti nuovi del cinema italiano. Un attore romano dalla simpatia epidermica e di cui non si potrà mai dire troppo bene. Un interprete completo che ama sempre cambiare i suoi personaggi e che scivola abilmente tra la diversità delle pellicole. Da La carbonara di Luigi Magni a Un amore e Qui non è il paradiso di Gianluca Maria Tavarelli, da Così ridevano di Gianni Amelio a Il partigiano Johnny di Guido Chiesa Gifuni incarna uomini diversi che in momenti distanti e con mentalità lontane affrontano la vita con malinconia e passione. Gifuni è protagonista di tre film italiani in uscita in autunno (L’amore probabilmente di Giuseppe Bertolucci, La luce negli occhi di Andrea Porporati e il nuovo film di Nina di Majo) e ha avuto un piccolo, ma significativo ruolo in Hannibal di Ridley Scott, secondo capitolo de Il silenzio degli innocenti.

Gifuni, cosa si prova ad essere la vittima di uno dei cannibali cinematografici più famosi del mondo?

L’esperienza con Ridley Scott risale ormai ad un anno fa, maggio e agosto 2000, con un doppio finale per quella che è stata la mia piccola partecipazione perché io ho fatto solo sei giorni a Firenze. E’ stata un’esperienza meravigliosa, molto divertente, che poi ha avuto questo doppio finale perché ad agosto mi hanno richiamato d’urgenza in Nord Carolina perché Scott aveva bisogno di tre inquadrature in cui era presente questo personaggio che io facevo, che era un componente della banda di sardi incaricata di rapire Hannibal. Quindi prima di iniziare il film di Andrea Porporati ho fatto quest’incursione di trentasei ore in cui mi hanno deportato in un parco naturale in North Carolina, dove c’era ricostruita una parte della Sardegna.

Scott è un regista ma è anche un mito per aver fatto film come I duellanti, Blade runner, Alien, fino a Il gladiatore, Thelma e Louise. Pellicole molto diverse le une dalle altre improntate ad un grande eclettismo e un talento naturale sicuramente tanto grande. Era molto curioso vederlo disegnare sul set. Lui è un grandissimo disegnatore e arriva sul set, questo poi me lo dicevano anche persone che avevano lavorato con lui, non avendo assolutamente l’esatta consapevolezza di quello che girerà, di come girerà quello che girerà quella mattina. Lui arriva sul set e inizia a disegnare estemporaneamente le inquadrature raccogliendo delle suggestioni visive anche immediate e questo è bello e poi si diverte come un pazzo

E con Anthony Hopkins come è andata invece?

Anthony Hopkins è uno dei più grandi attori del mondo, ho avuto la fortuna di lavorare un giorno intero con lui nella scena in cui lui mi taglia la gola. E’ un attore strepitoso, questo non c’è neanche bisogno di dirlo; un uomo fantastico, di una gentilezza, di un garbo e di una professionalità… Racconto questa cosa che non ci sarebbe neanche bisogno di raccontare però, purtroppo, in rapporto a quello che succede troppo spesso sui set italiani, è bene dirlo. Noi avremo girato questa scena per dieci ore perché era una scena molto complessa, girata con più macchine, con molti campi e anche con campo e controcampo; lui è stato per tutte e dieci le ore, anche in tutte le ore che non riguardavano le sue inquadrature, accanto alla macchina da presa a darmi gli sguardi, a darmi le battute, se non c’erano battute anche soltanto a stare immobile davanti alla macchina per guardarmi negli occhi. Questo mi ha dato una grande emozione.

L’impressione che si ha di Hopkins è che Hannibal è in qualche maniera un personaggio estremamente connaturato alla sua personalità. Lei ha avuto questa sensazione?

Si, sicuramente. Poi, venendo dall’esperienza de Il silenzio degli innocenti, in cui comunque si porta in dote su questo film, c’è una maturità di interpretazione su questo personaggio veramente straordinaria. Poi è un lavoro tutto di sottrazioni, un veramente improntato allo stile di una grande scuola. Lui lavora molto su quest’immobilità, su questa fissità in cui leggi soltanto attraverso questo sguardo che apparentemente sembra fermo ma che in realtà è un vulcano in continua eruzione. Poi Julianne Moore secondo me in questo momento è una delle attrici più brave, più interessanti.

Anche più affascinanti e sexy…

Molto affascinante, per cui anche questa defezione della Foster chissà, può darsi pure che non cambi lo stato delle cose…

Quando Hopkins parla di Hannibal dice di essere contento che questo personaggio sia ‘riemerso’. Lei crede che nel suo immaginario, nell’immaginario di un attore teatrale come lui e come è anche lei, i personaggi non scompaiano mai e che un bel giorno possano riemergere dal proprio passato professionale e anche spirituale?

Si, sicuramente nella carriera di ogni attore ci sono dei personaggi che hanno lasciato un segno più profondo rispetto ad altri, dei personaggi in cui sei sprofondato di piu' e quindi che porti sempre un po’ con te. Questo succede un po’ con tutti i personaggi, ma credo che con alcuni in particolare. Credo che Hannibal per lui sia sicuramente uno dei personaggi a cui restera’ sempre piu’ legato. Forse e’ bene che ogni tanto riemergano, possibilmente non gratuitamente, non per dei remake stupidi, perche’ alle volte e’ meglio conservare il ricordo di un bel film che farne un secondo un terzo. Spero che non sia questo il caso di "Hannibal", anche perche’, da quel poco che ho visto lavorare, mi sembra ci fosse una grande una grande urgenza espressiva da parte di tutti. Quindi questo potrebbe essere il caso di un secondo film invece ben fatto

Quando ha visto "Il silenzio degli innocenti" pensava che un giorno "il cannibale" sarebbe arrivato fino a lei?

Incredibile, questo e’ veramente incredibile. Quando ho visto il silenzio degli innocenti non so neanche se facevo l’attore o l'accademia. Ero proprio all’inizio, io ho cominciato nell’ '89, e veramente e’ uno di quegli scherzi del destino, non me lo sarei mai sognato.

M. Spa

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