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redarrowleft.GIF (53 byte) Cinema Maggio 2001


I film di Aprile/Maggio 2001 (2)

I parte

Il gusto degli altri (Le gout des autre) {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}

Anne Alvaro - Alain Chabat – Jean-Pierre Bacri - Gerard Lavin Sceneggiatura Agnes Jaoui & Jean- Pierre Bacri Regia Agnes Jaoui Anno di produzione Francia 2000 Distribuzione Lucky Red Durata 110’

Candidato all’Oscar come miglior film straniero, Il gusto degli altri è una raffinata commedia corale alla francese, in cui l’equilibrio tra ironia e amarezza è dosato in maniera elegante e credibile. Piccola educazione sentimentale di personaggi diversi, questo film racconta la storia di un industriale di provincia che scopre lentamente l’arte e la vita innamorandosi – per caso – di un’attrice. Questo incontro scatena una ridda di sentimenti diversi tra le persone che lo circondano per necessità e per lavoro, portando tutti i personaggi a incontrarsi tra loro e a conoscersi.

Scoprendo Forrester (Finding Forrester) {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}

Sean Connery – Rob Brown - F.Murray Abraham – Anna Paquin Sceneggiatura Mike Rich Regia Gus Van Sant Anno di produzione USA 2001 Distribuzione Columbia Tristar Durata 136’

Nonostante la storia presenti molti appeals con Sean Connery nei panni di un famosissimo scrittore agorafobico che non esce più di casa da anni, Scoprendo Forrester assomiglia troppo al precedente film dello stesso regista Gus Van Sant Will Hunting con l’unica differenza che se nel film con Matt Damon al centro della trama c’era un genio della matematica, questa volta è un aspirante scrittore a flirtare con il grande sogno americano. Purtroppo, tutto questo accade con una trama troppo prevedibile e diluita in oltre due ore di film dove avviene tutto quello che ci si aspetta succeda in questo genere di pellicole. Scoprendo Forrester non è un film sgradevole, ma resta comunque tremendamente noioso e mentre si assiste alla sua proiezione non si riesce a scacciare l’idea di assistere ad una riedizione riveduta e corretta de L’attimo fuggente.

Quills {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}

Di Philip Kaufman con Geoffrey Rush, Kate Winslet, Joaquin Phoenix, Micheal Caine

Più che una biografia del marchese De Sade, Quills è un’analisi raffinata dei sentimenti e delle pulsioni legati alla sessualità. Un film divertente, dai toni prevalentemente cupi in cui il serrato confronto tra il De Sade interpretato da Goeffrey Rush e l’abate idealista di Joaquin Phoenix dà vita ad una commedia amara, che punta ad un finale ironico in grado di scalfire uno sforzato perbenismo borghese. Notevoli le interpretazioni di una sensualissima Kate Winslet e di un gelido Michael Caine.

La leggenda di Bagger Vance {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}

Di Robert Redford con Matt Damon, Will Smith, Charlize Theron - Durata 125’

Dopo lo straordinario L’uomo che sussurrava ai cavalli, Robert Redford torna alla regia con un film troppo ammanierato e lungo, il cui difetto principale è di essere incredibilmente prevedibile. Nonostante la presenza della fascinosa Charlize Theron e degli ottimi Matt Damon e Will Smith, La leggenda di Bagger Vance non riesce mai a decollare, proprio perché nonostante la sua perfezione stilistica sembra costruito sul canovaccio di tanti prevedibili film sportivi. Questa volta tocca al golf, con un ex campione che deve fare di tutto per dimostrare di essere tornato a essere quello che era una volta. Sotto lo stile, però, non c’è nulla di nuovo se non un cameo di Jack Lemmon e una colonna sonora di qualità composta da Rachel Portman.

Amarsi può darsi {Sostituisci con chiocciola}

Di Alberto Taraglio con Claudia Gerini, Claudio Santamaria

Storie di amori e infedeltà di una coppia romana in cui lei (Claudia Gerini) vuole a tutti costi avere un figlio e sposarsi, mentre lui preferisce un rapporto un po’ più libero. Reiterazione dei temi de L’Ultimo bacio (trentenni in crisi incapaci di accettare le responsabilità) in un film senza sostanza, nonostante le molte trovate e una buona serie di battute. Davide sta per divorziare da Giulia, la donna più importante della sua vita. La notte che precede la sentenza Davide cade preda di un incubo in cui vive il suo divorzio come una specie di processo alla "Perry Mason": un rito grottesco e surreale che mette in piazza quello che lui e Giulia, entrambi imputati, si ostinano a considerare un "amore grandissimo". I momenti più drammaticamente esilaranti vengono evocati dall’incalzare delle testimonianze di chi li ha conosciuti, dai flashback, dai "colpo su colpo" degli avvocati, dalle accuse reciproche. L’amore grandissimo risulta un susseguirsi di tentativi puntualmente vanificati dall’immaturità e dalle nevrosi antitetiche di tutti e due: un’impresa impossibile, frustrante, e che non poteva che concludersi male.

Un film di due anni fa che esce solo adesso sperando nel miracolo della riscossa del cinema italiano…da perdere con serenità…

Hannibal {Sostituisci con chiocciola}

Antony Hopkins – Julianne Moore – Ray Liotta – Giancarlo Giannini Sceneggiatura David Mamet & Steve Zaillan Regia Ridley Scott Anno di produzione USA 2001 Distribuzione FILMAURO Durata 128’

Dimentichiamo per un momento Il silenzio degli innocenti. Hannibal seguito spurio di un personaggio piuttosto che di una storia sarebbe un film mediocre anche senza la presenza dell’ingombrante predecessore. Quando poi, invece, ricordiamo le atmosfere dell’originale, questo film esplicito e tremendamente noioso ci fa anche arrabbiare. Prodotto costruito a tavolino per sfruttare al massimo le innegabili potenzialità commerciali del sequel e trarre in inganno chi ha tanto amato il primo film, Hannibal deve quel poco che evita il disastro al talento immaginifico di Ridley Scott. Fresco de Il gladiatore l’autore inglese ha trasformato la ridanciana Firenze in un’invernale città sullo stile di Blade Runner, tentandole davvero tutte pur di dare un senso ad una storia gotica, che altro non è se non una clonazione forzosa di archetipi del cinema dell’orrore che vanno dal cannibalismo al mito della Bella e la Bestia. Ma il vero grande errore di questo film è avere trasformato uno psicopatico in una sorta di moderno Arsenio Lupin e avere contrabbandato un serial killer in un imprendibile Fantomas, un eroe post romantico che mangia – in fondo – solo chi se lo merita davvero. Diario non di un vizio, ma di un dono da usare contro corrotti e cattivi in genere, l’Hannibal di Ridley Scott è una pellicola stilisticamente interessante, anche se priva di contenuti.

Un sogno per domani (Pay it forward) {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}

Di Mimi Leder con Kevin Spacey - Helen Hunt - Haley Joel Osment Durata 115’

Nel corso del tempo l’idea di cambiare il mondo ha perso l’accezione sovversiva di un tempo, lasciando spazio ad una dimensione utopica che la rende cinicamente quasi risibile. Un progetto nobile e di ampio respiro ridotto ai ranghi di semplice compito a casa da assegnare quasi per routine agli studenti del corso di studi sociali di una scuola media di Las Vegas. Basta un’idea, una formula che diventa un progetto di lavoro e che nella narrazione fluida e senza intoppi tipica di chi è abituato a dirigere film d’azione come Mimi Leder, conquista una dimensione di racconto molto originale. Sogno o realtà, mostruosità post buonista oppure ultimo appiglio per dare corpo alla fiducia nel genere umano è difficile dirlo. Un sogno per domani racconta una storia che sarebbe riduttivo definire come utopistica o impossibile. In realtà, soprattutto in virtù di un finale a sorpresa, questa pellicola che annovera attori di grande rilievo nel panorama cinematografico americano è un film dai toni destabilizzanti che si affida al cuore dello spettatore per un giudizio più morale che estetico.

Billy Elliott {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}

Jamie Bell – Gary Lewis – Julie Walters Sceneggiatura Lee hall Regia Stephen Daldry Anno di produzione Gran Bretagna 2000 Distribuzione UIP Durata 110’

Billy Elliot è la risposta europea al cinema statunitense dedicato al sogno americano. Una pellicola che pur divertendo ed essendo tenuta su da un tono sempre leggero ed elegante, racconta una fase tristissima della recente storia britannica come lo sciopero dei minatori che nel 1984 vide un lungo braccio di ferro tra il governo di Margareth Thatcher e il sindacato. Sullo sfondo di scontri sociali e di tensioni molto simili a quelle che si respirano nelle pellicole di Ken Loach, il regista esordiente Stephen Daldry ha costruito con equilibrio una storia molto delicata, in cui un ragazzino di
undici anni scopre la sua passione per un'arte nobile quale la danza,
circondato da un contesto che non ha niente a che fare con essa e con le arti più in generale. Il padre e il fratello maggiore sono due minatori in sciopero che quotidianamente vivono scontri con i compagni di lotta e la polizia. L'anziana nonna un po' svanita e' curata solo da Billy che ogni tanto la deve andare a recuperare lungo la strada, mentre lo stesso ragazzo e' circondato da un mondo proletario da cui viene fuori ogni sorta di pregiudizio (soprattutto a sfondo sessuale) contro i ballerini.

III parte

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