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redarrowleft.GIF (53 byte) Scienza Marzo 2001
 

Arriva Terminator, 
l’insetto bio-tech a luci rosse

Dopo mais, soia e pomodori, ecco la prima larva geneticamente modificata che si accoppia senza freni ma non si riproduce. La sperimenteranno quest’estate vicino a Phoenix, negli Usa. In un campo protetto da gabbie, recinti spinati alti due metri e radiazioni. Perché nessuno sa cosa potrebbe succedere se il verme-mostro riuscisse a scappare

Almeno di giorno sembra uguale alle altre: una piccola larva rosea che si arrampica pigramente fra le piantine di cotone. Ma come un vampiro, di notte ecco il mostro: il vermetto diventa fluorescente. Merito o colpa del gene di una medusa, gene che ovviamente è stato inserito artificialmente nei suoi cromosomi. Solo una prova, per ora. In fondo lui, il vermetto, è innocuo. Non come il suo fratello cattivo, pronto a prenderne il posto. E a cui hanno dato un nome che dice già molto: Terminator.

Non va sottovalutata, la piccola tarma del cotone. Perché Terminator è il primo "insetto biotech", frutto dell’ingegneria genetica. Fino ad ora ci hanno rifilato pomodori che non marciscono, soia più produttiva, mais che resiste alle malattie e pesci che crescono in un mese come quelli normali fanno in tre. Ma questo è il primo insetto ogm (organismo geneticamente modificato). Cosa dovrà fare? Accoppiarsi come un ossesso con tutti gli insetti della sua specie che incontra. Una specie di super playboy a sei zampe che, al contrario degli umani, non lascerà dietro di sé migliaia di ragazze-larve madri. Perché non ci sarà prole. Visto che il verme-Casanova è stato sterilizzato geneticamente. Risultato: netto calo delle larve mangia cotone che devastano le colture senza usare né pesticidi né il cotone (ogm anche questo) che contiene un insetticida naturale ma che costa molto più caro di quello normale.

Se il test con la larva-lucciola prevista per quest’estate dovesse andare bene, subito dopo toccherà a Terminator. Nel campo-prova del governo vicino a Phoenix verranno liberati 3600 insetti "luminosi", liberi ma dentro delle gabbie di 3 metri e mezzo per 6. Il tutto circondato da un recinto alto quasi due metri per tenere lontani vandali e curiosi. Visto che non si può escludere che qualche insetto riesca a fuggire, le larve del test verranno rese sterili con le radiazioni. Poi verrà monitorato il loro comportamento. Robert Staten, scienziato del Dipartimento agricoltura è rassicurante: "Staremo molto, molto attenti a quello che faremo". Meno convinti gli ambientalisti anti-ogm: "Quando parliamo di insetti – dicono – parliamo di organismi molto promiscui che mutano e si accoppiano in maniera incontrollabile: non c’è garanzia che un insetto modificato per essere sterile lo resti poi davvero".E si torna al vecchio discorso: non fa paura quello che gli scienziati sanno, ma quello che non sanno. Ancora una volta però le ragioni dell’agricoltura sembrano prevalere. Economiche prima di tutto: costano meno gli insetti terminator del cotone geneticamente-resistente e nessuno negli Usa vuole sopportare le perdite causate dall’infestazione delle larve nei 200 mila ettari a cotone delle terre del Sud. Poi, dicono, sempre meglio gli insetti ogm dell’uso di tonnellate di pesticida. E’ vero, da anni si usano anche in Europa insetti sterili per contenere il numero di parassiti. Ma sono insetti resi non fecondi attraverso le radiazioni, un sistema che li rende però deboli e molto lenti nel riprodursi. Invece Terminator è del tutto normale: caccia freneticamente le sue partner e si accoppia senza sosta. E anche nei numeri vince: mentre per garantire l’efficacia le larve irradiate devono essere almeno 60 per ogni larva selvatica, per quelle ogm basta un rapporto di 5 a 1.

Certo colpiscono due cose: gli agricoltori americani alla fine useranno degli insetti geneticamente modificati per non usare del cotone geneticamente modificato. Sembra un po’ tortuoso. Poi proprio in questi giorni una commissione di scienziati Usa ha avvisato il governo: "Servono più ricerche per capire l’impatto sull’ambiente e sulla salute di mais e grano geneticamente modificati". E lo ha fatto poco prima che l’Epa, l’Environmental protection agency decida se rinnovare o meno la licenza per produrre mais e cotone ogm. Infine il caso recente di una donna che dopo aver mangiato del mais ogm (che tra l’altro non doveva contenere materiale geneticamente modificato) è stata colpita da una grave reazione allergica, una delle reazioni secondarie più temute con l’uso di sostanze ogm.

Alla fine l’idea che resta è quella di una certa confusione. Nonostante le dichiarazioni rosee e fiduciose, nessuno sa cosa succederà a Terminator una volta libero. Intanto, chiudiamo le finestre.

a.m.

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