Vai al numero precedenteVai alla prima paginaVai al numero successivo

Vai alla pagina precedenteVai alla prima pagina dell'argomentoVai alla pagina successiva

Vai all'indice del numero precedenteVai all'indice di questo numeroVai all'indice del numero successivo
Banner di HyperBanner Italia
Scrivi alla Redazione di NautilusEntra  in Info, Gerenza, Aiuto
redarrowleft.GIF (53 byte) Cultura Febbraio 2001 

CyberLondra (2)

Londra, 9 febbraio 2001

Intanto ho già sbagliato la data del taccuino di ieri e questo già la dice lunga sulla precisione del vostro cyber reporter.

L'albergo è in pieno centro, Gloucester Place 33, a due passi dalla fermata della metropolitana di Marble Arch. Ha un nome altisonante, Lincoln House, ma si tratta comunque di un hotel poco caro e molto accogliente, con doccia in camera e tutto il resto. E per resto intendo anche delle cose tremendamente inglesi, come lo stira pantaloni e l'angolo per il tè. Le stanze si inerpicano su per una scaletta stretta stretta. Tipico dell'Inghilterra.
Qualcuno mi aveva detto che in alberghi di questo tipo la linea telefonica sarebbe stata di quelle vecchie, col cavo fisso. C'è invece addirittura la linea isdn, che per uno che abbia un palmare (o comunque un modem normale) serve a ben poco. Solo che mi accorgo che qui parlare di internet anche al cameriere è come parlare della famiglia reale. Sanno tutto, hanno una linea normale nella sala del breakfast (sì, dimenticavo: si tratta di un bed and breakfast), e tutti i cavi e cavetti possibili e immaginabili di cui potete aver bisogno. Del resto l'hotel l'ho trovato con una ricerca sul web (www.lincoln-house-hotel.co.uk) e il proprietario, un signore di origine indiana, quando ha visto il mio iPaq ha dimostrato di saperne anche di palmari.
Prima di partire mi sono fatto un abbonamento di quelli free. Il provider inglese si chiama Freeola e ti consente l'accesso tramite un numero verde. Solo che oggi non funziona, mi dice l'operatore dell'help desk. Così mi salva ancora il buon cellulare con la porta a infrarossi. Per ora tutto vi arriva tramite lui, un Siemens SL45, testo e foto comprese. Comunque, se vi va, potete scrivermi all'email che mi ha fornito Freeola: roberto{Sostituisci con chiocciola}U2fans.com. Già, un po' da teenager, ma anche i quarantenni hanno le loro passioni.
Il primo impatto con Londra è quello con la zona dello shopping, Oxford Street, Regent Street, Carnaby. Passo anche per Baker Street, non foss'altro perché ho in mente la canzone - vecchissima: '78? '79? - di Gerry Rafferty. Negozi di alta moda e una quantità di grandi magazzini che poco hanno a che fare coi supermercati. A Carnaby ci sono due negozi, uno del calcio e uno del rugby. Niente di speciale, solo che evidenziano il differente approccio ai due sport che hanno i rispettivi fans: quello di rugby vende solo tute e magliette (una meraviglia, in vetrina, fra le divise del sei nazioni, quella completamente bianca dell'Inghilterra con la rosa di Twickenham sul petto), quello del calcio, invece, tutti i gadgets possibili e immaginabili. Ci sono addirittura i modellini dei mitici stadi inglesi, rimasti ormai orfani di papà Wembley.
A ogni angolo di questa zona commerciale ci sono delle ragazze indiane con un affare arancione addosso con su scritto Hindu Mission. Agitano dei contenitori pieni di monetine e chiedono 2 pounds per i terremotati del loro paese d'origine. Sono decine e decine, almeno due a ogni angolo. Ne vedo solo una che riesce a raccogliere la moneta da un passante. Urla "Bingo!" alla sua compagna.
Alcune cabine del telefono hanno gli stessi apparecchi arancioni come i nostri che non si vedono ormai più. Quelli che prendono anche le monete. L'unica grande differenza sono gli adesivi che ci stanno attorno, con le foto di "certi" numeri di telefono. I nostri antichi 144, più o meno. Solo che qui non si tratta di sesso virtuale ma di appuntamenti veri e propri. Le foto sono inequivocabili, anche se quello più "curioso" (qui sì verrebbe da dire "intrigante") è scritto da una mano femminile: "I like my job" in nero e poi in rosso il numero di telefono. Ce ne sono decine e li ha tutti scritti a mano. Certo che dev'essere imbarazzante telefonare da una di queste cabine.
Vicino a Carnaby Street c'è una specie di paninoteca. Si chiama Canaletto, al 36 di Beak Street e richiama certo aria di casa. Con una decina di sterline mangiate e bevete sia un primo che dei panini o delle tremende patate americane aperte con sopra, a scelta, tonno e formaggio, e altre robe del genere. Due però gli inconvenienti: niente alcolici e toilette.

Il primo giorno, per il turista continentale è sempre un rischio: intanto perché qui le auto vanno a sinistra e quando attraversate voi guardate sempre dalla parte sbagliata. Poi perché spesso, agli incroci non c'è il semaforo per i pedoni: impossibile perciò sapere quando è il momento giusto per attraversare. Strani questi inglesi

Roberto Ferrucci

np99_riga_fondo.gif (72 byte)

                                           Copyright (c)1996 Ashmultimedia srl - All rights reserved