"Finirà me l’hai
detto tu…" non lo dice solo Battiato: gli amori
finiscono, le passioni si spengono e tutti se ne preoccupano.
Medici, psicologi, maghi, amici, genitori. Però di quel che
resta di un rapporto non interessa quasi a nessuno. Anche se
è importante
E' certo, tutto finisce, siamo esseri finiti
( da finis=confine ) avvolti da delimitazioni temporali che
scandiscono i tempi delle nostre esperienze esterne e di
quelle interiori: Eh sì, perché, se al polso abbiamo
l'orologio, dentro ci batte una specie di metronomo biologico
che segna il "tempo che affetta" per dirla con Kant,
quello che...toc, toc, ci martella nelle tempie e, a volte,
sembra farci impazzire di felicità o angoscia, che a un certo
punto, sembra spegnersi. Allora guardiamo negli occhi il
nostro compagno/a e la domanda, che ha poco di fenomenologico,
affiora vigliaccamente: "E questo chi è; che c'entro io
con lui?"
Il metronomo si blocca e il
piccolo/medio/grande/mega amore è consumato, tritato,
frantumato... Tutte quelle strane alchimie che si accendono
quando siamo innamorati, tacciono. La prevenzione all'infarto
viene meno, gli ormoni boh... Dove sono finiti??? Tutto si
stinge e affiora un’unica atroce certezza: L'INCANTO HA
CONFINI RISTRETTI... Ma tranquilli, l'incanto appartiene anche
agli amori finiti, perché ciò che si infrange nel reale,
rischia di sopravvivere, come idea e il vissuto, soprattutto
se è stato intenso, esercita una forza che lo consacra. Chi
dice che un amore finito lasci solo amarezza e foto ingiallite
si sbaglia di grosso, tant'è che persino il vecchio Proust
recita: "Le gambe e le braccia sono piene di
ricordi".
La molteplicità dei sentimenti e delle
emozioni alle fine di un amore, sempre proporzionati
all'intensità del legame stesso, ci fanno ammettere che si
ama ogni momento o niente: dall'incanto dell'amore che nasce a
quello dell'amore che si spegne, dai finali a effetto, alle
tiepide eutanasie. Quel che ci resta non può comunque
rientrare nel passato. L'amore frantumato ci lascia tanti
pezzettini che ci cambiano e ci rinnovano. Immaginiamo di
vedere a una mostra di pittura un quadro che ci ha
accompagnati per tempo: lo accarezziamo con lo sguardo, con
stupore e paura, perchè ci rimanda all'immagine custodita
nella memoria e, quando voltiamo le spalle al dipinto, ci
sembra che si sia mescolato con noi e riconosciamo il suo
posto presso di noi, ma siamo ormai esternamente partecipi
della sua bellezza. Così per l'amore finito, perché in
realtà se ci pensate bene, l'amore finito è semplicemente un
amore appagato, un viaggio compiuto che ti invita a
impadronirti per un po’ del tuo tempo, di vagare nella tua
mente e nel tuo corpo e riscoprirti per poi ripartire diverso
e nuovo.
L'amore finito è una normale pausa, in
attesa di sentirti di nuovo Carne viva. Per dirla con Goethe
" Mi rimane molto: mi rimangono idee e amori. Che il
corpo ridiventi Carne, questo ti auguro".
Maria Chiara Passera