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redarrowleft.GIF (53 byte) Cultura Febbraio 2001 

CyberLondra (5)

lunedì 12 febbraio 2001

Seconda storia - ristorante cinese

Il ristorante si chiama Poons, al numero 4 di Leicester Street, e mangerò la miglior cena cinese della mia vita. Fuori, davanti alla porta una donna sui cinquanta parla nervosamente al telefonino (succede anche qui, mica solo da noi) tanto che devo batterle a una spalla per poter passare. Entra subito dietro e la sento dire al cameriere che gli altri sono in ritardo. I nostri tavoli sono uno di fronte all'altro. Il suo è tondo, apparecchiato per sei. Ordina del vino e si aggrappa, di nuovo, al telefonino. Da qui non la riesco a sentire ma, di nuovo, è visibilmente nervosa. Arrivano i miei ravioli alla griglia e lei si fa portare un giornale mentre sgranocchia quegli affari bianchi tipo patatine che non ricordo mai come si chiamano.
I suoi movimenti sono sempre frenetici, di chi è in ansia per qualcosa. Ordina del vino e sgranocchia. Solo col mio pollo al limone arrivano quattro ragazzi giovani, un maschio e tre femmine, quando lei è lì ormai da mezz'ora. Una delle tre dice "Hello mum", e la mamma le indica l'orologio.
Il pollo è cotto al punto giusto, è morbido, il limone lo ricopre senza essere - come spesso accade - croccante. Le ragazze parlano con la madre. Il maschio studia il menù. Accanto a lui resta un posto apparecchiato. Di solito il coperto in più viene tolto in fretta dai camerieri. Almeno da noi in Italia. Talmente in fretta che spesso viene da chiedergli di aspettare un momento, ché, non si sa mai, può sempre arrivare qualcuno che conosco e invece loro no, sbarazzano tutto in un secondo. Perché ?
Quel coperto comunque se ne sta lì. Loro ordinano, mangiano. Io, chiedo delle banane caramellate con gelato alla vaniglia. Devono ancora arrivarmi - saranno una delizia, comunque - che vedo arrivare trafelato uno sui cinquantacinque, cappello stile Crocodile Dundee, huskie - si scriverà così? mah, uno di quei giubbotti impermeabili che puzzano, tanto per capirci... Si ferma davanti al mio tavolo e si guarda intorno veloce. La donna lo vede e lo chiama. Lui si toglie il cappellaccio, esibisce una capigliatura totalmente bianca e viene presentato, uno a uno ai ragazzi. Quando si siede lei lo bacia dolcemente. Poi gli indica l'orologio, come aveva fatto ai ragazzi.
Decido di abbandonarli a questo punto. Li lascio alla loro cena talmente importante da essere nata un po' storta. Soltanto mentre infilo il cappotto, pagato in tutto 13 sterline, vedo l'uomo finalmente scambiare qualche parola col maschio. Mi viene da guardarlo con tenerezza: sarà una serata dura per lui. Non lo invidio.

Roberto Ferrucci

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