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redarrowleft.GIF (53 byte) Scienza Novembre 2000  
 


Squalifichiamolo, non è dopato

Sono i super-campioni che fanno notizia. Ma per alcuni ricercatori la vera sorpresa alle Olimpiadi di Sydney sono stati i perdenti. Meglio se donne e nuotatrici. Perché anche l'ultima arrivata ha segnato tempi più bassi di ogni previsione. Un piccolo mistero che riapre il problema del futuro degli atleti. Che hanno quasi raggiunto i limiti umani. Conclusione: solo la scienza può andare oltre. Basta che lo sport si faccia da parte

Quello che colpisce la maggior parte della gente sono i super-record dei super-atleti: il nuotatore gigante Ian Thorpe che con i suoi piedi misura 48 ha battuto due primati mondiali, l'olandese Hoogenbrand che è sceso sotto i 48 secondi nei 100 stile libero. E sono solo alcuni dei record spazzati via nelle ultime olimpiadi di Sydney, soprattutto in piscina. Ma è quello che alcuni ricercatori hanno visto "dietro" che fa più impressione. Come il grande recupero delle donne rispetto ai maschi. E, sorprendente ai limiti del mistero, che anche le atlete arrivate terze, quarte o ultime hanno nuotato più velocemente di quanto nessuno avesse previsto. Come è possibile? Dieta, allenamento, una generazione speciale o il solito maledetto uso di sostanze dopanti? 

"Quello che è successo alle nuotatrici in Australia è quasi allarmante" ha spiegato nel sito abcnews.com Joel Steger, fisiologo dell'Indiana University. Non tanto, sottolinea, per le grandi prestazioni della de Bruijn (record sui 100 stile libero, 100 farfalla e 50 stile libero) o della Hyman (che ha nuotato 3 secondi più veloce del suo tempo personale nei 200 farfalla). Ma per le altre, le "perdenti". Tutte missili acquatici che una o due olimpiadi fa con quei tempi sarebbero state in zona medaglia. Infatti è dovuto a loro se in sei finali su otto il tempo medio della gara (la somma di tutti i tempi diviso il numero di partecipanti) è schizzato oltre ogni previsione. Per esempio Stager per i 200 farfalla pensava ad un tempo medio di 2' e 10": quello vero è stato 2' e 08". Idem nei 200 stile libero e 100 rana: 0,49 e 0,92 secondi più veloci in media del previsto. E questo è successo solo con le donne, non con gli atleti maschi. Allora che sta succedendo?

Escluso l'allenamento come unico motivo (le donne vanno in palestra e usano attrezzi speciali: ma anche gli uomini lo fanno…), secondo il ricercatore americano ci sono almeno tre possibili spiegazioni. L'età delle atlete: venti anni fa venivano gettate in vasca le bambine di 15 anni (si diceva che avevano le ossa più leggere), a Sydney le americane avevano un'età media di 20 anni. Paradossalmente, dice Stager, contano di più la maturità sia fisica che emotiva di una ventenne rispetto ad una adolescente. Basta questo per spiegare le super-prestazioni al femminile? No. Un altro aiuto a fare bracciate più svelte potrebbe venire dai soldi: una nuotatrice anni fa lottava per uno stipendio decente, oggi anche grazie agli sponsor soldi ce ne sono di più. Quindi più tempo per allenarsi. Ma ancora non ci siamo. Così non si può escludere la terza possibilità: il doping.

E' vero che a Sydney i test anti-farmaci proibiti sono stati i più rigorosi di ogni Olimpiade precedente. Ma ancora mancavano i controlli per le due sostanze numero uno nella lista nera: l'epo e l'ormone della crescita (quello che ha scatenato il putiferio anche fra gli atleti italiani dopo una segnalazione del laboratorio del Coni).

Comunque sia, fino a che non si scoprirà l'arcano resta la sorpresa per le tante wonder woman degli ultimi giochi. L'unico settore dove stupirsi è inutile è quello delle gare di resistenza, dove tutte le previsioni danno le donne destinate a superare i maschi. Una questione fisiologica: il corpo femminile è più resistente nel lungo periodo. Nella maratona il sorpasso, dicono, avverrà intorno al 2035: nei 10 mila metri piani verso il 2020.

Resta un'ultima domanda: fino a che punto si potrà ancora migliorare la prestazione sportiva? Dal 1900 ad oggi i miglioramenti in tutte le specialità sono stati enormi. Ma comunque ci sono dei limiti fisici: primo fra tutti la quantità di sangue ossigenato pompato dal cuore nei vasi. L'eritropoietina, se vogliamo, fa la furba e aggira un po' questo limite: se non posso far pompare più ossigeno dal cuore, aumento le cellule che lo portano. Diverso metodo, stesso risultato: si corre, pedala e rema più velocemente (e si rischia la trombosi). Un modo per dire quello che già tanti sospettano: gli unici modi per andare oltre i limiti oramai prossimi sono legati alle conquiste scientifiche. Cioè la genetica, la medicina, la farmacologia. Lo sport? Per quello restano le cineteche, il museo di quegli antichi esseri umani dai nomi strani: Coppi, Bartali, Zatopek, un certo Pelè…

a.m. 

 

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