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redarrowleft.GIF (53 byte) Arte Giugno 2000 (a cura di Giovanna Grossato)


APPUNTAMENTI D’ARTE

SIENA – Complesso di S. Maria della Scala. “La memoria di Cristo, le copie della Sindone: verità di fede e verità storica” 26 maggio / 30 luglio 2000

Promossa dall’Istituzione Santa Maria della Scala, dal Comune di Siena e in collaborazione con la Curia Arcivescovile, nei locali del millenario complesso di Santa Maria della Scala la mostra espone quattordici delle più rappresentative copie sindoniche eseguite tra gli inizi del Cinquecento e la fine del secolo scorso, ancora oggi oggetto di devozione, insieme ad alcuni dipinti provenienti dal territorio senese raffiguranti l’immagine della Veronica e della Sindone.

I preziosi manufatti sono conservati in monasteri, abbazie, chiese, oratori e istituti religiosi italiani e stranieri.

Esiste un aspetto legato al culto della sacra Sindone assai poco noto al grande pubblico: l’esistenza, di almeno sessanta copie pittoriche della celebre reliquia, quasi sempre realizzate su lino e in dimensioni vicine a quelle dell’originale. A Roma fin dal Medioevo, i pictores Veronicarum, per soddisfare le richieste dei pellegrini, riproducevano il volto di Cristo effigiato nella reliquia conservata nella Basilica Vaticana. A Chambéry prima e a Torino poi, decine di artisti ne seguirono le orme, producendo copie di diseguale qualità, ma tutte preziosissime per la devozione popolare.

La più antica attualmente esistente, che sarà esposta al Santa Maria della Scala, è datata 1516 ed è conservata nella chiesa di Saint Gommaire in Belgio. Di dimensioni ridotte - circa un terzo dell’originale - la copia riveste una particolare importanza documentaria: l’immagine presenterebbe alcuni segni riconducibili ad un incendio precedente quello del 1532. La Sindone belga è quindi l’unica  riproducente la reliquia prima di quella data. 

Alcune di queste copie furono realizzate direttamente a contatto con l’originale reliquia di Torino, tanto che molti hanno tentato di accreditare le copie pittoriche come icone miracolose prodotte da quel contatto.

Oltre a quella conservata in Belgio, sarà esposta la copia conservata nella chiesa di Santa Maria Assunta a Inzago presso Milano, posseduta da san Carlo Borromeo e venerata, il Giovedì Santo del 1985, in San Pietro da Giovanni Paolo II.

In mostra ci saranno inoltre la copia tardoseicentesca conservata nella parrocchia romana di San Giuda Taddeo, una delle più interessanti in assoluto, per ben due volte a contatto con la sacra Sindone, e quella, non meno suggestiva e impressionante, custodita nel monastero di Santa Teresa a Savona e datata 1697. Quest’opera presenta anche numerosi simboli della Passione e una vasta gamma cromatica.

La ricostruzione storica proposta in questa mostra è quella delle tante ostensioni pubbliche e private, delle strade sulle quali la devozione per il sacro telo ha camminato, dei pellegrini che accorrevano a Chambéry e a Torino per ammirare commossi la misteriosa ed evanescente figura di quell’uomo crocifisso. Ma è anche la storia dei tanti che conoscevano la celebre reliquia solo attraverso quelle copie, spesso rozze e approssimative, esposte nei giorni della Settimana Santa o per la festa dell’Invenzione della Croce nelle chiese e negli oratori, conoscevano la celebre reliquia.

Le copie della sacra Sindone rivestono un’importanza specifica nell’ambito degli studi di sindonologia: documentano la percezione che gli uomini ebbero della prestigiosa reliquia, prima delle celebri foto realizzate da Secondo Pia nel 1898.

Le copie pittoriche non furono tuttavia gli unici veicoli per la diffusione del culto sindonico. Copie a stampa su tela e seta, nastri e immaginette, ebbero una diffusione considerevole, ed oggi rappresentano un utile complemento al quadro offerto dalle riproduzioni a grandezza naturale.

Diffusissime e molto particolari erano anche i nastri della “longhezza” di Gesù Cristo, ricavati dalle misure presenti sulla Sindone, e oscillanti tra il 175 e i 178 centimetri. Risale ai secoli del Medioevo l’uso di realizzare nastri con le misure di Cristo, della Vergine, della circonferenza della colonna della Flagellazione o della statura di Maria Maddalena 

La mostra si avvale di un Comitato Scientifico coordinato da Ferdinando Molteni e composto da autorevoli studiosi italiani e stranieri come Fabio Bisogni, Georges Didì-Huberman, Paolo Fabbri, Alessandro Falassi, Francesco Mallegni e Gerhard Wolf che hanno contribuito al catalogo con saggi specifici.

La mostra è realizzata in collaborazione e con il sostegno della Banca Monte dei Paschi di Siena.

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