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redarrowleft.GIF (53 byte) Scienza Maggio 2000

Andiamo in collina, c’è la fine del mondo

Ora sappiamo che il terzo segreto di Fatima non parla del Giudizio Universale. Ma la speranza non è perduta. Gli archeologi infatti pensano di aver individuato su un colle vicino ad Haifa, in Israele, nientemeno che il luogo dove per la Bibbia avverrà la sfida finale fra il Bene e il Male. Si chiama "Har Megiddo". Ma chiamatelo pure con il suo vero, terribile nome: Armageddon

In qualche modo scienza e fede si sono scambiate i ruoli. Così succede che la chiesa cattolica di Giovanni Paolo II svela finalmente il fatidico terzo segreto di Fatima e scopriamo che non ci sono apocalissi annunciate ma frasi ambigue, ammonimenti scontati e spiacevoli dimenticanze. Tipo pregare per l’umanità, l’ateismo mondiale sconfitto, il "vescovo bianco che cade come morto" (perché non chiamarlo Papa?). Neanche una parola sui sei milioni di morti dell’Olocausto, i regimi integralisti, il capitalismo selvaggio. Una delusione. Ma ci pensa la scienza a tirarci su di morale. In questo caso l’archeologia. Che, come spiega un articolo comparso sul New York Times, pur tra contrasti e versioni discordanti pensa di aver trovato il luogo dove secondo la Bibbia si deciderà il destino del mondo: Armageddon, la resa dei conti fra il Bene e il Male.

Mentre tiriamo un sospiro di sollievo per il capodanno del 2000 passato senza apocalissi, gli occhi e i badili degli archeologi sono puntati su una piccola collina a circa 25 chilometri da Haifa, in Israele, che si chiama Megiddo. E visto che in ebraico "colle di Megiddo" si dice "Har Megiddo", molti ritengono che la Armageddon citata otto volte nel Libro della Rivelazione sia la distorsione avvenuta nei millenni della parola Har Megiddo.

Tutto qui? Una semplice assonanza? No. A Megiddo sono anche evidenti i segni di epiche battaglie che hanno attraversato almeno 4 mila anni. Per motivi non tanto biblici quanto topografici: la collina segna infatti un incrocio strategico, soprattutto nell’antichità. Era il collegamento fra l’Egitto al sud e la Siria e la Mesopotamia a nord ed est. Scene di feroci guerre nella zona sono riportate dalla Bibbia, da testi egizi ed assiri, con scontri tra faraoni, re, filistei, israeliti e caananiti. Al punto che sulle mura del tempio egiziano di Karnak è descritta la vittoria di Tutmosis III sul Re di Kadesh a Megiddo. Qui nel 609 a.c. viene anche sconfitto e ucciso Josiah, re della Giudea e ultimo discendente di Re Davide. Un particolare non secondario, perché c’è un altro uomo, che nascerà più tardi, considerato discendente di Re Davide: di nome fa Gesù Cristo.

Ma la storia di armi e sangue sopra e intorno la collina dell’Apocalisse è continuata nei secoli fino ai giorni nostri, accumulando rovine su rovine: Bisanzio, le crociate, i mongoli, Napoleone, la Prima Guerra Mondiale e le lotte fra palestinesi e israeliani degli ultimi decenni. Eric H. Cline, un archeologo americano che su Megiddo ha scritto un libro, ha contato fino a 34 battaglie di cui una dozzina in epoca biblica. Per questo, dice "non c’è da meravigliarsi se gli autori del Nuovo Testamento hanno deciso che lo scontro finale fra il Bene e il Male avverrà su quella collina".

I legami fra Har Megiddo e Armageddon sono per ora più circostanziali che altro. Infatti non sono pochi fra storici e archeologi che dubitano. Una delle tesi è che quando l’apostolo Giovanni scrive (forse) la Rivelazione, ha in mente in realtà l’impero Romano-il Male che verrà sconfitto dal Cristianesimo-il Bene. Ma siamo, ancora, alle interpretazioni. Come lo sono alcuni recenti scavi, che sembrano smentire alcune delle più radicate credenze bibliche, del cristianesimo e dell’ortodossia ebraica. E cioè che il regno di Davide e di Salomone non era così grande e potente come si pensava prima. Anzi, per alcune correnti di pensiero "la figura di Re Davide ha la stessa credibilità storica di Re Artù". Insomma una leggenda. Che mette in crisi anche il credo cristiano di Gesù Cristo discendente di Davide.

Uno dei motivi di discussione è che alcune delle più grandi costruzioni da sempre associate al massimo splendore del regno di Davide e Salomone, compresa la grande porta d’entrata di Megiddo, sarebbero in realtà di cento anni più tardi: del 9. secolo invece del 10. secolo a.c. Un altro bel motivo di battaglia, insomma. Già attizzato dalla disputa fra archeologi in atto da decenni. Con un nutrito gruppo di "ribelli" che contesta l’approccio usato da molti colleghi soprattutto all’inizio degli scavi: provare la credibilità della Bibbia come testo storico, magari "accordando" su misura le loro interpretazioni. Quasi una disputa fra "archeologia biblica" e "archeologia laica".

Tutto insomma ruota intorno ad Armageddon-Har Megiddo, il luogo dove davanti al mondo intero si sfideranno un giorno il Creatore e l’Angelo caduto (come nel calcio in campo c’è sempre un ex…). Altro che Fatima e i tre pastorelli: è su quella dolce collina vicino ad Haifa che si deciderà chi comanda l’universo. E visti gli scarsi posti disponibili, meglio prenotarsi in tempo per il più grande spettacolo che si sia mai visto. Oltre che l’ultimo, probabilmente.

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