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redarrowleft.GIF (53 byte) Arte Maggio 2000 (a cura di Giovanna Grossato)


Donne nell’arte (42)

MIRCA LUCATO – Opera aperta

Artista veneta la cui formazione ha seguito il percorso canonico, dal diploma del Liceo artistico e. successivamente, quello all’Accademia di Belle Arti a Venezia, con la guida di maestri come C. Zotti e E.Finzi, Mirca Lucato ha iniziato ben presto a costruire la sua carriera segnalandosi alla Collettiva Bevilacqua La Masa (1986), alla collettiva Insegna Anatomia Artistica dell’Accademia di Venezia (1987) e in personali e altre collettive a partire dal 1983. 

Lei stessa docente di Discipline Pittoriche, ha condotto la sua ricerca sul filo di un astrattismo carico di nuove soluzioni formali che sembra adempiere ad una definizione che Umberto Eco, nel 1967, fornì dell’opera d’arte: “un messaggio fondamentalmente ambiguo, una pluralità di significati che convivono in un solo significante”.

Punto di partenza superfici di legno, cartone, carta, masonite e pastelli, matite, acrilici che tracciano linee e definiscono campi oppure che si sfumano e travasano vicendevolmente colori, o, ancora, che lasciano spazio all’emergere della superficie di fondo. Di lì nasce una lotta tra la materia, il mezzo espressivo, e l’idea che tale materia viene chiamata ad assecondare, ad estrudere.

Il risultato è una pittura forte, elegante, dagli schemi compositivi sicuri e calibrati dove massa, linea e tratteggio si incontrano col colore, poco ed essenziale, in un’organizzazione diretta e spesso ricca di poesia.

MARIA LUISA DE ROMANS – Io sono l’Alfa e l’Omega

Con una mostra a Venezia, che terrà aperti i battenti dal 12 maggio al 9 luglio, in cui presenta una rassegna di particolare rilievo che ben si adatta all’edificio sacro seicentesco di San Satae dalla settecentesca facciata che si specchia sul Canal Grande, Maria Luisa De Romans giunge a questo appuntamento dopo esperienze di grande levatura che l’hanno accreditata ai massimi livelli nazionali e internazionali, con mostre e presenze in spazi espositivi di tutto il mondo (da Venezia e Roma a Tokyo, Bombay, Colonia, Ginevra, Zurigo, New York, Chicago, Rio de Janeiro, Città del Messico, ecc.).

Queste figurazioni dall’Apocalisse che sono state presentate, prima che a San Stae, al Convento del Sacro Cuore di Trinità dei Monti a Roma e al Palazzo del Vescovado di Narni, sviluppano e rileggono il mondo visionario del testo giovanneo traducendolo in immagini di grande suggestione. Immagini che si concretano in due grandi tele di trentadue metri quadrati ciascuna (Dall’abisso e L’Alfa e l’Omega) costituendo il fulcro della mostra e il punto d’arrivo di una lunga ricerca visiva da parte dell’artista. Attorno ad esse la mostra propone poi altri dipinti di analoga ispirazione, una trentina di bozzetti e studi preparatori, che consentono di seguire l’iter creativo e di percepire la profondità di rapporto che si è instaurata tra l’artista e il testo sacro.

Organizzata dall’Associazione Culturale Arte Communications e dalla "Trimarchi Arte Moderna" di Bologna, la mostra mette in evidenza la grande capacità di Marialuisa de Romans di coniugare figurazione e astrazione e si pone come momento riassuntivo di una sua ricerca che non si è mai fatta condizionare dalle mode o dalle tendenze del momento.

La rassegna è accompagnata da un catalogo, pubblicato da Edizioni Bongiovanni, introdotto da Mons. Gianfranco Ravasi, Prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano.

G.G.

 

G.G.

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