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redarrowleft.GIF (53 byte) Attualità Maggio 2000

Dipinto per uccidere

La stazione francese di Perpignan e una donna deturpata e decapitata. Sono due famosi quadri surrealisti di Salvador Dalì. Ma sono anche il luogo dove sono sparite tre ragazze. E dove un misterioso serial killer ne ha fatte trovare già due con mani, testa e seni asportati. Tutto come nelle opere dell’artista spagnolo. Che sta forse ispirando, involontariamente, un maniaco omicida

Due quadri famosi che nascondono, forse, il segreto di un serial killer. Come nei film di Dario Argento. Solo che questa volta i cadaveri, le mutilazioni e l’orrore sono veri. Come lo sono le indagini che dal 1997 impegnano la polizia di Perpignan, nel sud della Francia. Dove in mano agli investigatori ci sono i corpi smembrati di due giovani donne e la scomparsa, recente, di una terza. E l’inquietante similitudine con due opere di Salvador Dalì, il maestro spagnolo del surrealismo morto nel 1989 che forse sta ispirando involontariamente un maniaco assassino.

E’ vero che uno dei maggiori esperti francesi di serial killer, Stephen Bourgoin, è scettico sui legami fra le opere di Dalì e gli omicidi. Ma è anche vero che nessuno se la sente di negare la possibilità. Visto che le coincidenze fanno impressione.

Quali coincidenze? Partiamo dal primo quadro: "La stazione ferroviaria a Perpignan" (1965). Dalì aveva una vera passione per quel posto, tanto che nella sua biografia scrive che quando passava da lì provava "gioia ed estasi". Meno gioia hanno certo provato le tre giovani donne che sono state viste per l’ultima volta proprio là, vicino alla stazione di Perpignan.

Secondo quadro: "Lo spettro del sex-appeal" (1934). Dalì dipinge una donna nuda, senza la testa e una mano e, al posto dei seni ridotti a due buchi, due sacchetti di stoffa. Come i seni rimossi con precisione chirurgica dal corpo della diciannovenne Moktaria Chaib, trovata nel dicembre del 1997, la prima vittima del serial killer. O come Marie-Helene Gonzalez, trovata sei mesi dopo: il torace della ventiduenne è ridotto a poltiglia, i suoi genitali sono stati asportati e messi dentro una scatola. Ma soprattutto le sono state tagliate testa e mani, mai più ritrovate. Adesso la terza sparizione: Tatiana Andujar, ancora una ragazza, 17 anni appena. E ancora a pochi passi dalla stazione di Perpignan, quella che a Salvador Dalì dava "gioia ed estasi". E che, macabro sospetto, le dà anche a un assassino paranoico.

Così abbiamo tre giovani donne sparite vicino alla stessa stazione, due uccise e deturpate, mutilate al petto, alla testa e alle mani. E’ stata la stampa ad accorgersi che c’era qualche legame di troppo tra le opere dell’artista spagnolo e quella storia di cronaca nera: la stazione della città francese, la donna sfigurata nello stesso modo de "Lo spettro del sex appeal". E l’amore di Salvador Dalì per l’ambiguità, l’illusione, il simbolismo. Un caso, pura teoria, coincidenze o una mente malata che si ispira alle opere del surrealismo? Gli esperti per ora sono prudenti. Ma chissà Dario Argento, cosa ne penserebbe.

a.m.

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