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redarrowleft.GIF (53 byte) Cinema Aprile 2000


Quel professore è un mostro

E’ un film horror grottesco ed esasperato fatto in casa con qualche milione. Dove i rapporti fra alunni e insegnanti sono fatti di sangue, mutilazioni e violenze. Ma "Medley", comprato da una casa cinematografica Usa e in uscita a maggio nelle sale cinematografiche, è anche un modo diverso per raccontare i problemi della scuola italiana

Ogni anno il Ministero della Pubblica Istruzione pubblica dati allarmanti sulla dispersione scolastica e sulle forme di disagio giovanile che scaturiscono da uno scorretto rapporto alunno-scuola. Secondo le cifre dell'Eurispes, l'Italia è agli ultimi posti in Europa per numero di diplomati e laureati: 47 alunni su 1000 abbandonano la scuola dell'obbligo, senza aver conseguito la licenza media. Su 1000, 684 arrivano al diploma; solo 165, su 476 matricolati, raggiungono il traguardo della laurea. La percentuale scende di molto soprattutto nel ricco Nord-Est dove la cultura del lavoro prevale nettamente su quella dei libri.

Ma se la mortalità scolastica è un dato oggettivo e riscontrabile, pochi ancora si preoccupano di altri segnali, ormai non più sottovalutabili, riguardanti sempre un maggior numero di alunni che di scuola veramente si "ammalano" e muoiono. La scuola sembra latitare di fronte al ruolo formativo e orientativo, per privilegiare l'aspetto trasmissivo, più asettico e professionale, decisamente meno impegnativo perché riduce al minimo il rapporto alunno-docente e poco agisce sulle motivazioni. Da qui forse si spiega il crescente numero di studenti che si imbatte in forme più o meno latenti di depressione; i sempre più frequenti casi di anoressia e bulimia degli adolescenti legati all'insuccesso scolastico e alla perdita di autostima, dovrebbero far riflettere.

E che dire del "mal di pancia" dei ragazzini delle elementari che vivono, già dall'inizio, il disagio dell'apprendere? Il "mal di scuola" ha ripercussioni pesanti sulle famiglie: il cattivo studente diventa automaticamente anche il cattivo figlio e il rapporto alunno-docente si estende a quello genitore- figlio fino a sfociare nel più ampio, indistinto e preoccupante calderone del sociale dove i ragazzi frustati, demotivati o arrabbiati, cercano forme di aggregazione al branco per ritrovare una sorta di identità perduta. La scuola dovrebbe fare prevenzione ma spesso ci si limita a predicare bene e razzolare male. Quanti sono gli studenti fortunati che non si sono mai imbattuti in piccoli o grandi Medley quotidiani? Quante volte dopo una bella lezione sulla tolleranza e sulla pace hanno visto i loro professori "accapigliarsi" anche solo verbalmente nei corridoi?

Chi non si è mai sentito "lo scemo" medleyano solo perché non era all'altezza di una determinata prestazione? E, soprattutto, chi, dopo toccanti appelli alla solidarietà e al "vogliamoci bene" non ha abbandonato per strada un compagno o un alunno in momentanea difficoltà?

Ha ragione, Zarantonello: anche in Italia, non solo in Giappone si muore di scuola... Il suo film realistico in maniera iperbolica perché il tempo della realizzazione e quello della fiction coincidono, surrealisticamente reale per l'immediatezza dei vissuti e la paradossale normalità degli attori, ha affrontato, in modo quasi autodiegetico, il rapporto insegnamento-apprendimento, uno dei temi più sentiti dal popolo della scuola, ma anche da tutti quei fortunati "eterni studenti" per usare un epiteto gucciniano, che considerano la materia di studio infinita...

Vorresti fare una breve presentazione di te stesso e di Medley per il lettori di Nautilus?

Mi chiamo Gionata Zarantonello, ho frequentato il liceo classico a Vicenza in cinque anni, perché l’ho fatta in tempo reale... All'ultimo anno, invece di studiare per la maturità, ho girato Medley che è un film a episodi sul mondo della scuola.

E' un film grottesco perché tutto è esagerato e esasperato. I rapporti conflittuali tra alunni e professori sono portati all'eccesso fino al dissanguamento, fino allo splatter e allo smembramento dei corpi. Sono le sensazioni che ho vissuto da studente, sia alle superiori sia alle medie. Medley è girato in un anno di tempo, più due anni serviti per il montaggio e alla fine siamo riusciti a venderlo alla Troma In di New York e alla Lantia in Italia che lo distribuirà in home video e lo farà uscire nei cinema il 5 maggio.

Il tuo film è dedicato a quegli studenti che non studieranno più. Cosa vorresti dire oggi ai ragazzi morti di scuola?

Si, alla fine del film è scritto: questo film è dedicato alla memoria dei pro. E degli studenti che a scuola sono morti davvero e soprattutto a quelli che ci sono ancora dentro". Io sono incazzato per tutti quelli che sono morti per colpa della scuola e per tutti quelli che portano dentro sentimenti così forti che conducono al suicidio o all'omicidio. Sono rammaricato perché uccidersi per la scuola è una gran cazzata: anche se è vero che i prof. non capiscono niente, sono dei frustrati ecc. ecc., puoi lasciarla la scuola, puoi fare un giro, trovarti una tipa, puoi fare altre cose... E' dal grave fastidio che ho provato di fronte a questi morti che è nato Medley! Nel sito internet del film www.medley.it c'è anche la testimonianza di un padre il cui figlio si è tolto la vita per la bocciatura. Il padre poi ha presentato ricorso è l'ha vinto...

E cosa vorresti suggerire a chi vuole sopravvivere all'esperienza scolastica perché possano affrontare serenamente il loro percorso conoscitivo, nonostante i medley quotidiani?

Ai ragazzi che sono ancora dentro dico di non studiare troppo e vivere di più

Il tuo film è stato proiettato in anteprima in alcune scuole: quali sono state le reazioni e le osservazione più significative che hai raccolto?

Le reazioni sono state tutte buone e la gente si è divertita molto: i commenti più belli sono quelli di chi dice che la scuola è proprio così e che, al di là dello splatter e dell'horror ha ritrovato nel film sentimenti di base comuni. Sono i sentimenti che mi hanno spinto a fare il film.

Secondo te gli insegnanti possono fare qualcosa per prevenire la "mortalità" scolastica?

Dipende tutto da loro... La scuola è fatta dai professori. Certo non vorrei la scuola di Robin Williams, con gli alunni in piedi sulla cattedra, ma un po' di rispetto, anche da parte dei prof., ci vorrebbe. Quando vedi un ragazzo di 18 anni piangere in classe o uno al quale esce il sangue dal naso un giorno si e uno no, beh i prof. dovrebbero capire che qualcosa non va!

C'è un messaggio che tu vorresti mandare a Berlinguer?

Lo invito per la prima del film il 5 maggio e sarebbe un grande onore se partecipasse.

Ti piacerebbe studiare in una Cyberscuola?

Ma, non so, sono favorevole a Internet, mi piace…ma ruba comunque il rapporto umano. Penso che la vita sia, per la scuola, una cosa essenziale. E’ certo però che una scuola autogestita dagli studenti a casa toglierebbe la dipendenza dai professori ed eviterebbe anche il fatto di dover seguire alcune lezioni che non servono a molto perché sei lì, ascolti ma pensi ai fatti tuoi. Ma sotto altri aspetti io trovo importante vedere una faccia, vedere una barba, un prof. che ti racconta una cosa interessante…

E tu cosa ti aspetti che diciamo noi ragazzi immaginari della Rete dopo aver visto il tuo film?

Ragazzi immaginari, cyber ragazzi??? Non li conosco, siamo nel 2000 ma non è ancora arrivato Matrix... noi comunque faremo un'anteprima del film in Internet. In Kataweb verrà programmato, a spezzoni per 10 minuti al giorno, l'ultima settimana prima del lancio. Ci sarà dunque anche un cyber lancio. Io però mi auguro che a vedere il film ci siano persone vere, l'ho fatto per loro e anch'io sono una persona vera!

Infine, per le fan di B@tticuore: ce l'hai la ragazza???

Ce l'avevo ma mi ha lasciato perché pensavo troppo al film e la trascuravo. Chiaramente ha pensato bene di lasciarmi nel momento più difficile. Comunque: Medley è Gionata Zarantonello e Ulisse Lendaro, produttore e attore e nel film ci abbiamo creduto fortemente.

E' divertente la totale fusione fra una persona vera e un film. Non è che forse, anche il nostro regista, con questa ultima e sentita dichiarazione, sia, suo malgrado, entrato un po' nella cybervita???

Maria Chiara Passera

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