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redarrowleft.GIF (53 byte) Cinema Aprile 2000


FILM
Aprile-Maggio 2000

 GLI ALTRI FILM IN PROGRAMMAZIONE

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Metronotte {Sostituisci con chiocciola}

Diego Abatantuono – Anna Safroncik – Marco Messeri Sceneggiatura Francesco Calogero – Umberto Contarello Regia Francesco Calogero Anno di produzione Italia 2000 Distribuzione Eagle Pictures Durata 105’

Sempre più di frequente ci accorgiamo di come i danni apportati dalle fiction televisive stiano diventando irreparabili. Mentre una volta doveva e poteva essere il cinema ad influenzare positivamente la televisione (basti pensare a Più leggero non basta di Cinzia Th. Torrini o a Sotto la luna di Franco Bernini) adesso possiamo notare come la televisione trasformi i film in ibridi da cui ti aspetteresti da un momento all’altro le pause per le interruzioni pubblicitarie. Questo è il caso di Metronotte, in cui la figura della guardia notturna interpretata da Diego Abatantuono piena di problemi e perdutamente innamorata di una ragazza russa sposata ad un ricco uomo che ovviamente non ama, viene proposta al pubblico con i ritmi e lo stile di una serie televisiva. Mentre Abatantuono è bravo a recitare per l’ennesima volta il personaggio che più sa fare meglio, ovvero se stesso, il contesto gretto di una provincia fondata su perbenismi e segreti è dai tempi dei Peccati di Peyton Place il più prevedibile possibile per questa storia simil – thriller dall’andamento poco chiaro e dal finale confuso. Amori e passioni, ripicche e gelosie sono il contesto in cui matura il sentimento di grande solitudine di un uomo in cerca di affetto e che, invece, si scontra contro la povertà morale di amici e colleghi, vittima com’è mondo di un mondo dal quale non sa come distaccarsi. Peccato che le istanze sociali del film vadano rapidamente a farsi benedire in un contesto molto debole, dove il segreto è mantenuto forzosamente celando particolari rivelatori. Peccato che questi escamotages usati per tenere desta l’attenzione del pubblico risultino ai giorni nostri come abusati e poco convincenti in un’era dove il genere giallo dovrebbe potere dire davvero qualcosa in più al pubblico, visto che altrimenti sembra avere già mostrato tutto e meglio.

Storia di noi due (Story of us) {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}

Michelle Pfeiffer – Bruce Willis – Rob Reiner – Paul Reiser Sceneggiatura Alan Zweibel & Jessie Nelson Regia Rob Reiner Anno di produzione USA 1999 Distribuzione Warner Bros. Durata 95’

Harry ti presento Sally vent’anni dopo con una qualche rassegnazione e un pizzico di pessimismo in più. In estrema sintesi è questa l’idea alle spalle di Storia di noi due che con la pellicola con protagonisti Meg Ryan e Billy Cristal ha in comune il nome del regista Rob Reiner. Un film difficile e a tratti spiazzante, interpretato dall’inusuale coppia Michelle Pfeiffer e Bruce Willis. Una riflessione amara, ma sincera sull’amore stancato e depauperato dalla routine del matrimonio, una pellicola pseudo romantica di difficile comprensione per chi non è sposato e che non ha mai provato le ansie e i dubbi di un rapporto duraturo. Quando i figli della coppia vanno in vacanza al campeggio, i due protagonisti si separano per capire se il loro matrimonio è davvero finito. Ed è un lungo flashback quello che la coppia Pfeiffer – Willis vive sulla sua pelle. Anni trascorsi insieme con la fiamma della passione che tende ad indebolirsi sotto il peso delle responsabilità e del tempo che passa. Ma attenzione, Storia di noi due non è un film intimamente pessimista che tende a generalizzare comunque - come spesso capita - uno stato di fatto. Nonostante le venature non certo ottimiste questa pellicola conserva al suo interno un profondo senso di umanità, in cui anche attraverso situazioni cinematograficamente facili e ricordi strappacuore, due persone tentano di comprendere del difficoltà del loro matrimonio attraverso la ricostruzione della propria identità. Un film complesso, apparentemente banale in cui due grandi attori danno sfogo a quei sentimenti e comportamenti contradditori verso cui spesso virano disgraziatamente i rapporti di coppia. Una pellicola non coinvolgente, dove il romanticismo ha lasciato spazio ad una forte vena cinica, alleggerito però da molti momenti comici e con protagonista un discreto numero di attori molto noti al grande pubblico come Paul Reiser della serie Tv Innamorati pazzi, Tim Matheson protagonista di Animal House e 1941 e lo stesso regista visto recentemente ne La dea del successo e in Ed Tv. La riuscita di Storia di noi due è innegabilmente dovuta al fascino carismatico di Bruce Willis e Michelle Pfeiffer e al talento del regista.

Pazzo di te (Down to you) {Sostituisci con chiocciola}

Freddie Prinze Jr. – Julia Styles – Henry Winkler

Ennesimo film nato sulla scia della commedia post adolescenziale e dei successi di American Pie e Kiss Me, Pazzo di te nonostante alcune buone trovate non riesce a replicare il successo e per certi versi nemmeno la qualità delle pellicole precedenti. Una prova che la clonazione infinita e reiterata non porta sempre e comunque a buoni risultati. Interpretato da due astri nascenti del cinema hollywoodiano, la Julia Styles di Dieci cose che odio di te e Freddie Prinze Jr., Pazzo di te soffre di una sceneggiatura asfittica e prevedibile in cui solo rari esperimenti registici riescono davvero a risvegliare lo spettatore dal suo torpore. Due ragazzi si conoscono al College e nonostante il grande amore che li unisce si rendono conto di essere ancora troppo giovani per pronunciare le parole matrimonio e figli. Un postulato di natura a metà tra lo pseudo capitalismo e la frase fatta indistruttibile, nonostante la buffa presenza e gli strani consiglie del padre di lui interpretato da Henry Winkler l’ex Fonzie di Happy Days. I due sono così destinati a sperimentare implacabilmente sulla propria pelle le difficoltà del tentare di maturare insieme alla persona che si ama. Senza nessun pathos e assolutamente incapace di commuovere o almeno divertire, Pazzo di te è un film decisamente destinato ad un pubblico di giovanissimi, un età in cui – sembrerebbe – le regole e i principi sono inviolabili, quasi dogmatici. In più il contorno di amici della coppia non riesce a divertire, mentre i due protagonisti sono abbastanza bravi, ma non eccessivamente originali nel replicare le vicissitudini di una coppia come tante del cinema giovanilistico americano. Del resto di fronte ad un copione tanto abusato sarebbe stato quasi impensabile il contrario.

Marco Spagnoli

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