Attualità Marzo 2000
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I volontari della
libertà
Nelle nostre
città non ci sono solo i buoni e belli, ma anche i ‘diversi’
per nazionalità, cultura, caratteristiche fisiche. Una realtà
con la quale tutti si devono confrontare ma con gli strumenti
adeguati. Ecco il perché della crescita delle associazioni non
profit e la necessità di figure professionali specifiche.
Il livello di civiltà di un paese
si valuta anche in base a questo: lo spazio di libertà di ogni
cittadino, chiunque e comunque sia. Ne abbiamo parlato con Paola
Banone, socia fondatrice dell'Associazione di Volontariato Libero
per Tutti e vicepresidente della Cooperativa Sociale Libero per
Tutti - Free for All che affianca l'Associazione.
Qual
è lo spirito che anima un’associazione come Libero per Tutti?
La nostra filosofia nasce dalla
convinzione che ogni individuo ha il diritto di integrarsi nella
società in cui vive. Per questo vogliamo offrirne l’opportunità
a tutti coloro che hanno un bisogno speciale. Se si considera l’individuo
nella sua globalità, il tempo dell’apprendere e quello del
lavoro deve rapportarsi con spazi di integrazione, svago, nuova
conoscenza.
Parliamo, quindi, di tempo ‘libero’
Per tempo ‘libero’ non si deve
intendere necessariamente il tempo ‘liberato’ (dalla
solitudine, dalla noia, dalle abitudini quotidiane) bensì il
tempo ‘da ricreare’. La nostra ambizione è quella di poter
predisporre, anche per i disabili mentali, una serie di momenti e
di spazi da dedicare alla creatività e allo svago.
Occorre rifarsi, perciò, al tempo
del ‘fare’ ma anche a quello dello ‘stare’: non a caso l’ambiente
in cui si svolgono le attività di tempo libero diventano un
ideale setting pedagogico in cui gli individui possono
socializzare e crescere. Il processo di socializzazione avviene
solo se l’individuo riesce ad accettarsi e ad essere accettato
dagli altri attraverso azioni e momenti condivisi. Obiettivo dei
momenti di tempo libero è la creazione di un ambiente ricco di
stimoli, gratificante e creativo in cui il portatore di handicap
possa migliorare la qualità della propria vita.
Questo è un aiuto anche per le
famiglie che hanno al loro interno persone non indipendenti.
Il nostro è un ‘servizio di
tregua’ per le famiglie, lavoriamo con loro. Questo si articola
in due momenti fondamentali: il sostegno dato alla famiglia
tramite psicologi professionisti e l’organizzazione del tempo
libero dei figli con un progetto educativo individualizzato.
Qualcosa di cui molti hanno
bisogno, non solo i ‘diversamente abili’… Cos’è che vi
spinge a lavorare nel non profit?
In realtà, per tutti coloro che
lavorano con noi, sia volontari che professionisti, il tempo
dedicato a questa attività costituisce un continuo arricchimento
personale.
Personalmente, ciò che mi spinge
è il desiderio di essere con le persone. Questo lavoro richiede
molta energia: gli sforzi sono continui per ottenere risultati
minimi, ma sono miei amici e voglio continuare a passare del tempo
con loro.
Quali sono le figure professionali
che lavorano con voi?
Lavorano con noi persone che si
sono già specializzate come operatori sociali, ma noi forniamo
loro un’ulteriore processo formativo secondo il metodo di Libero
per Tutti. Normalmente sono appunto operatori del settore, ma non
è una regola rigida. Per lavorare nel non profit servono
motivazioni diverse da quelle del mondo profit. Animatori
si nasce, anche se tramite la scuola si possono imparare le
tecniche per migliorare la qualità del proprio lavoro. Io ho
avuto la fortuna avere un maestro come don Aldo Ellena, un uomo
che ha fatto la storia del sociale, ha lavorato per far partire le
scuole di animazione in Lombardia, Piemonte e Veneto. Il taglio
del progetto di Libero per Tutti è molto di animazione.
E chi volesse avvicinarsi a voi
semplicemente nel proprio tempo libero?
Al momento abbiamo circa un’ottantina
di volontari che supportano i professionisti.
Dopo un primo contatto telefonico,
generalmente c’è un contatto personale con gli aspiranti
volontari. Una volta che fanno parte dell’associazione, si
incontrano ogni mese (lunedì 27 marzo, dopo cena, ci sarà il
prossimo incontro nella sede di Milano). Poi ci sono anche corsi
organizzati una tantum sulle patologie specifiche e sulle tecniche
di animazione. Ogni volontario viene seguito dai professionisti
nella propria crescita personale, e non è raro che qualcuno di
loro decida di farlo diventare il proprio mestiere.
Un campo dove ci sono prospettive
lavorative per chi cerca lavoro, dunque.
Certamente, è un campo in forte
sviluppo. Il settore del non profit è incuneato tra stato
sociale e privato e si pone l’obiettivo di riempire il gap
tra Stato e cittadini. Una dimostrazione del fatto che le acque si
stanno movendo è stata la Prima Conferenza Internazionale sull’Handicap,
che si svolta lo scorso dicembre a Roma.
Infatti anche Libero per Tutti sta
studiando un progetto di sviluppo sul territorio per creare
strutture simili in tutta Italia. Invito tutti coloro che sono
interessati al progetto a mettersi in contatto con noi. Possono
visitare il sito di Liberamente (www.liberamente.com), la società
di servizi che si cura del mondo non profit: lì troveranno
anche tutte le informazioni su Libero per Tutti. Inoltre possono
scrivere alla cooperativa che affianca l’associazione Libero per
Tutti all’indirizzo freeforall{Sostituisci con chiocciola}iol.it.
Tatiana Tartuferi
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