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redarrowleft.GIF (53 byte) Attualità Marzo 2000

I volontari della libertà

Nelle nostre città non ci sono solo i buoni e belli, ma anche i ‘diversi’ per nazionalità, cultura, caratteristiche fisiche. Una realtà con la quale tutti si devono confrontare ma con gli strumenti adeguati. Ecco il perché della crescita delle associazioni non profit e la necessità di figure professionali specifiche.

Il livello di civiltà di un paese si valuta anche in base a questo: lo spazio di libertà di ogni cittadino, chiunque e comunque sia. Ne abbiamo parlato con Paola Banone, socia fondatrice dell'Associazione di Volontariato Libero per Tutti e vicepresidente della Cooperativa Sociale Libero per Tutti - Free for All che affianca l'Associazione.

Qual è lo spirito che anima un’associazione come Libero per Tutti?

La nostra filosofia nasce dalla convinzione che ogni individuo ha il diritto di integrarsi nella società in cui vive. Per questo vogliamo offrirne l’opportunità a tutti coloro che hanno un bisogno speciale. Se si considera l’individuo nella sua globalità, il tempo dell’apprendere e quello del lavoro deve rapportarsi con spazi di integrazione, svago, nuova conoscenza.

Parliamo, quindi, di tempo ‘libero’

Per tempo ‘libero’ non si deve intendere necessariamente il tempo ‘liberato’ (dalla solitudine, dalla noia, dalle abitudini quotidiane) bensì il tempo ‘da ricreare’. La nostra ambizione è quella di poter predisporre, anche per i disabili mentali, una serie di momenti e di spazi da dedicare alla creatività e allo svago.

Occorre rifarsi, perciò, al tempo del ‘fare’ ma anche a quello dello ‘stare’: non a caso l’ambiente in cui si svolgono le attività di tempo libero diventano un ideale setting pedagogico in cui gli individui possono socializzare e crescere. Il processo di socializzazione avviene solo se l’individuo riesce ad accettarsi e ad essere accettato dagli altri attraverso azioni e momenti condivisi. Obiettivo dei momenti di tempo libero è la creazione di un ambiente ricco di stimoli, gratificante e creativo in cui il portatore di handicap possa migliorare la qualità della propria vita.

Questo è un aiuto anche per le famiglie che hanno al loro interno persone non indipendenti.

Il nostro è un ‘servizio di tregua’ per le famiglie, lavoriamo con loro. Questo si articola in due momenti fondamentali: il sostegno dato alla famiglia tramite psicologi professionisti e l’organizzazione del tempo libero dei figli con un progetto educativo individualizzato.

Qualcosa di cui molti hanno bisogno, non solo i ‘diversamente abili’… Cos’è che vi spinge a lavorare nel non profit?

In realtà, per tutti coloro che lavorano con noi, sia volontari che professionisti, il tempo dedicato a questa attività costituisce un continuo arricchimento personale.

Personalmente, ciò che mi spinge è il desiderio di essere con le persone. Questo lavoro richiede molta energia: gli sforzi sono continui per ottenere risultati minimi, ma sono miei amici e voglio continuare a passare del tempo con loro.

Quali sono le figure professionali che lavorano con voi?

Lavorano con noi persone che si sono già specializzate come operatori sociali, ma noi forniamo loro un’ulteriore processo formativo secondo il metodo di Libero per Tutti. Normalmente sono appunto operatori del settore, ma non è una regola rigida. Per lavorare nel non profit servono motivazioni diverse da quelle del mondo profit. Animatori si nasce, anche se tramite la scuola si possono imparare le tecniche per migliorare la qualità del proprio lavoro. Io ho avuto la fortuna avere un maestro come don Aldo Ellena, un uomo che ha fatto la storia del sociale, ha lavorato per far partire le scuole di animazione in Lombardia, Piemonte e Veneto. Il taglio del progetto di Libero per Tutti è molto di animazione.

E chi volesse avvicinarsi a voi semplicemente nel proprio tempo libero?

Al momento abbiamo circa un’ottantina di volontari che supportano i professionisti.

Dopo un primo contatto telefonico, generalmente c’è un contatto personale con gli aspiranti volontari. Una volta che fanno parte dell’associazione, si incontrano ogni mese (lunedì 27 marzo, dopo cena, ci sarà il prossimo incontro nella sede di Milano). Poi ci sono anche corsi organizzati una tantum sulle patologie specifiche e sulle tecniche di animazione. Ogni volontario viene seguito dai professionisti nella propria crescita personale, e non è raro che qualcuno di loro decida di farlo diventare il proprio mestiere.

Un campo dove ci sono prospettive lavorative per chi cerca lavoro, dunque.

Certamente, è un campo in forte sviluppo. Il settore del non profit è incuneato tra stato sociale e privato e si pone l’obiettivo di riempire il gap tra Stato e cittadini. Una dimostrazione del fatto che le acque si stanno movendo è stata la Prima Conferenza Internazionale sull’Handicap, che si svolta lo scorso dicembre a Roma.

Infatti anche Libero per Tutti sta studiando un progetto di sviluppo sul territorio per creare strutture simili in tutta Italia. Invito tutti coloro che sono interessati al progetto a mettersi in contatto con noi. Possono visitare il sito di Liberamente (www.liberamente.com), la società di servizi che si cura del mondo non profit: lì troveranno anche tutte le informazioni su Libero per Tutti. Inoltre possono scrivere alla cooperativa che affianca l’associazione Libero per Tutti all’indirizzo freeforall{Sostituisci con chiocciola}iol.it.

Tatiana Tartuferi

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