Sanremo... non solo
Festival
Taccuino n. 5
Dalla
sala stampa. Tardi, molto tardi. Nel corso della serata
finale dei giovani. Mentre canta Enrique Iglesias, primo
ospite internazionale. La sala stampa è un grande
stanzone addirittura col tetto apribile che contiene
almeno duecento giornalisti. C'è ancora chi scrive a
macchina. Ma è un trionfo di personal computer. In prima
fila ci sono i giornalisti di Repubblica e del Corriere
della Sera. In seconda la Stampa e così via. Una
geografia precisa. Con facce note e meno note. Gino
Castaldo e Ernesto Assante di Repubblica, Mario Luzzatto
Fegiz del Corriere. Tutti chiusi qua dentro da mattina a
notte fonda, anche adesso siamo tutti qui, a guardare sul
maxischermo la serata. Mancano solo quei due o tre che
sono in sala. E si commenta ad alta voce, alcuni fanno una
standing ovation a Alessio Bonomo, il cantante più
coraggioso di questo festival. Illazioni
sull'abbigliamento della cantante dei B.A.U., applausi
alla performance di Teocoli-Ray Charles. Tutti a
aggiungere una riga dopo ogni esibizione. Pronti a
rincorrere ogni notizia ma anche a scambiarsele, in una
strana forma di solidarietà. Risate a crepapelle alla
performance (pronunciata come la direbbe Mike Bongiorno)
dei Fichi d'India decisamente scatenati stasera.
Nel pomeriggio, le votazioni del premio della critica,
vinto dai Lithyum e Jenny B. ex-aequo. Ma l'attesa è per
domani sera, la finale dei campioni, ma soprattutto si
aspetta l'arrivo di Bono e The Edge, i due U2, che
canteranno in unplugged una canzone di John Lennon oppure
One, ancora non hanno deciso.
Li aspetto anch'io, come aspetto Sting, del resto. Il rock
vero. se ne sente la mancanza in effetti.
A domani. |