Sanremo... non solo
Festival
Taccuino n. 4
Certo
che fa pena, assistere da qui a tutto il can can
riguardante la fuga
di notizie sulle classifiche del Festival. Ne è venuto
fuori un caso che, vi assicuro, nel mondo del giornalismo
sta facendo ben più rumore che l'appello rap di Jovanotti.
Che pena, ma soprattutto: chissenefrega! Mi farebbe
piacere ricevere qualche email di smentita, sapere che per
qualcuno, in questo strano paese, le classifiche del
Festival sono invece
qualcosa di importante, capace di far cambiare qualcosa
nella sua quotidianità, nel suo immaginario, a seconda
del vincitore. Mi piacerebbe capirne il perché. Io, non
mi ricordo nemmeno chi ha vinto lo scorso anno (ah sì,
Anna Oxa, e per volere del mio collega Enrico Brizzi, che
con uno stratagemma aritmetico, fece in modo di essere
determinante per la vittoria della Oxa).
Altra stranezza, l'importanza esagerata che viene data
alla stampa quotidiana da parte degli organizzatori,
mentre le radio private, che sono quelle che poi determinano
il mercato, sono confinate in un angolo. Sono andato a
trovarli ieri i deejay di periferia, quelli di Radio
Birichina, Radio San Bonifacio, bisognerebbe fare una
mappa dei nomi più strani.
C'era
la conferenza stampa di Irene Grandi. Il tono
completamente diverso da quello dell'altra sala stampa,
quella dei giornali. Qui, sembrano davvero tutti amici, e
Irene è una che passa ogni tanto nelle loro radio non
solo come cd che gira dentro il lettore, ma lei in carne e
ossa. Le chiedono se usa internet (www.irenegrandi.it)
e lei risponde che a casa le si ingarbuglia sempre qualche
filo. Che la mattina, in questo periodo, quando si sveglia
le scappa da ridere. Che quando va ai concerti dei suoi
colleghi poi, a casa, accende il suo computer e scrive dei
resoconti per se stessa.
Importa poco a lei, a loro delle radio, chi vincerà il
Festival. Tanto, la loro scaletta quotidiana se la
scelgono da soli, e dentro a quella si scoprirà nei
prossimi giorni chi ha vinto davvero?
Che bellezza ieri sera, Sanremo mezza vuota. Niente
ragazzini urlanti, niente signore dalle mise
agghiaccianti, e che spettacolo quella passerella
desolatamente vuota, con i carabinieri a fare la guardia
alla moquette. Sembrava già tutto finito, e invece oggi,
via di nuovo con il solito caos, le seimila conferenze
stampa, dieci milioni di interviste, tonnellate di
articoli. Io, spero di trovare il tempo per andare a
ritrovare i luoghi di Italo Calvino, lo scrittore. Ma
questo importa a qualcuno? |