Sanremo... non solo
Festival
Taccuino n. 2
È
ufficiale, il caos ci sarà sempre. Fino a sabato. Anzi,
andrà via via aumentando. Succedono un sacco di cose
contemporaneamente e adesso mi è chiaro il motivo per cui
i grandi giornali mandano qui sei o sette inviati.
La giornata si è aperta con il caso Jovanotti. Era ovvio
che in un periodo come questo, il rap che ha chiuso la
serata di ieri diventasse un caso politico. Non entro
nell'argomento dicendo soltanto che l'operazione Jubilee
2000 va appoggiata in tutti i modi.
Altro
argomento era la faccia di Gianni Morandi ieri al
dopofestival. La
sorpresa di Gerardina Tovrato non se l'aspettava davvero
nessuno, tanto è debole il brano che presenta qui. Ovvio
comunque che Morandi si senta molto meno vincitore da ieri
sera. Va detto però che sa incassare con classe. Ne ha
viste, lui, di battaglie. Battaglie certo incongrue, visto
che il mercato che smuove Sanremo equivale al 2% del
mercato discografico complessivo. Sì, avete letto bene:
due per cento. Ma allora perché continuano a farlo? Per
motivi altri, che nulla hanno a che fare con la musica.
Non li ho ancora ben individuati, ma a essere sincero mi
interessa poco.
Del resto, ascolti il succedersi dei brani in gara, poi
arrivano gli Eurithmics e capisci che la musica pop è
un'altra cosa. Gli stessi Aqua, quelli di Barbie girl,
hanno trasformato la loro conferenza stampa in un
divertente autoritratto ironico, consapevoli dei propri
limiti. Qui, invece, anche il peggiore di tutti
(l'imbarazzante Gigi d'Alessio, tanto per non fa nomi), è
convinto di essere una star. Misteri del Festival. |