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redarrowleft.GIF (53 byte) Musica Febbraio 2000


Trame e dame alla corte di Re Serse

Il Teatro Rossini di Lugo di Romagna ripropone uno dei libretti più sfruttati di Metastasio. Una versione, quella dell’"Artaserse" musicata da Hasse, che ha confermato sia le difficoltà che i ritmi incalzanti dell’opera. E ha fatto scoprire un giovane regista di grandi capacità creative

I libretti di Pietro Metastasio hanno interessato un grande numero di musicisti ed in particolare quello dell’"Artaserse" che è stato preso in considerazione da uno stuolo di autori che hanno musicato l’intreccio del poeta romano. Tra i principali musicisti che si sono interessati a questo titolo si ricordano Gluck, Graun, Cimarosa, Galuppi, Gasparini, Jommelli, Orlandini, Paisiello, Scarlatti, Bach. Il Teatro Rossini di Lugo di Romagna nel mese di novembre del 1999 ha proposto in prima esecuzione moderna l’"Artaserse" di Johann Adolf Hasse musicista nato a Bergedorf (Amburgo) nel 1699, morto a Venezia nel 1763 ed autore di numerosissimi lavori teatrali, oratori, messe, concerti per orchestra e strumenti solisti.

Operazione, quella del Teatro Rossigni, di grande importanza per la conoscenza di un mondo musicale che raramente viene proposto al pubblico; va però notato che vi è un risveglio nell’interesse del repertorio sei-settecentesco. Basti ricordare l'esecuzione al Teatro Modena di Sampierdarena dell’"Arianna in Nasso" di Niccolò Porpora andata in scena per merito del Teatro Chiabrera di Savona.

L" Artaserse" di Hasse si articola in tre atti molto densi di arie di notevole difficoltà collegate tra loro da recitativi che fanno avanzare l’azione con un ritmo incalzante. Il libretto narra delle manovre di Artabano, prefetto delle guardie reali di Serse, per accaparrarsi il potere ma il lieto fine conclude, come di prammatica, l’opera. Hasse musicò l’"Artaserse" una prima volta per Venezia nel 1730 rimaneggiandolo successivamente per Dresda e per Napoli nel 1760. Dal punto di vista musicale la rappresentazione di Lugo è stata di un eccellente livello; l'Orchestra Sinfonica dell'Emilia Romagna "Arturo Toscanini" ha suonato con molta precisione ed il maestro Rinaldo Alessandrini ha dato una lettura piena di slancio e perfettamente adeguata allo stile musicale del lavoro; d'altra parte il maestro esegue spesso musiche del periodo del tardo seicento e settecento con strumenti originali.

Tra le voci è emersa indubbiamente Patrizia Biccirè nelle vesti di Arbace, ruolo che ha interpretato con grande tecnica affrontando con sicurezza le sue difficilissime arie. Artaserse era Josè Trullu, non sempre a suo agio nelle arie di bravura che sono particolarmente ostiche per qualsiasi interprete; discreta la prova di Paoletta Marrocu nella parte di Mandane cosi come Giovanna Donadini nella parte en travestì di Megabise e che ha raccolto meritatamente un applauso a scena aperta dopo la sua aria "Sogna il guerrier le schiere..". Appena sufficiente è stata la prova di Emanuele Giannino nelle vesti di Artabano mentre ottima è risultata Anna Burford nel ruolo di Semira. La regia, le scene ed i costumi erano affidati al giovane veneziano Massimo Gasparon, allievo di Pizzi, che ha creato uno spettacolo di grandissimo gusto utilizzando fondali ed elementi scenici di colore bianco sui quali risaltavano i bellissimi e coloratissimi costumi. Regista, questo, da tenere d'occhio per la sua capacità creativa.

Molto apprezzato il libretto di sala curato da Mario Armellini che oltre al testo contiene delle precise ed esaurienti notizie sui drammi per musica di Metastasio e sull'opera a firma di Elvidio Surian. Il 14, il 16 e il 18 aprile andrà in scena al teatro Rossini di Lugo di Romagna un lavoro di grande interesse; si tratta del "Ser Marc’Antonio" , opera buffa in due atti di Stefano Pavesi su libretto di Angelo Anelli la cui prima rappresentazione avvenne a Milano nel1810; l'argomento è praticamente lo stesso del "Don Pasquale" che Gaetano Donizetti scrisse su libretto di Giovanni Ruffini e che andò in scena nel 1843. Nel " Ser Marc’Antonio" primeggiò il contralto Elisabetta Gafforini, primadonna buffa dotata come riportano le cronache dell'epoca di una voce limpida, risonante e duttile. Appuntamento quindi di notevole importanza per porre a confronto un'opera uscita dal repertorio con il capolavoro donizettiano

Luciano Maggi

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