Vai al numero precedenteVai alla prima paginaVai al numero successivo

Vai alla pagina precedenteVai alla prima pagina dell'argomentoVai alla pagina successiva

Vai all'indice del numero precedenteVai all'indice di questo numeroVai all'indice del numero successivo
Scrivi alla Redazione di NautilusEntra  in Info, Gerenza, Aiuto
redarrowleft.GIF (53 byte) Scienza Febbraio 2000

Figli delle Stelle

Chi sono gli unici veri marziani del sistema solare? Noi terrestri. Lo dice un serissimo studio di fisica. Motivo: Marte ospitò condizioni favorevoli alla vita molto prima che la Terra. E le migliaia di asteroidi e comete che lo bersagliarono spararono nello spazio miliardi di sassi pieni di batteri che caddero sul nostro pianeta. Ma le prime molecole organiche arrivarono su Marte nello stesso modo: dalle stelle

Per anni ci hanno rifilato la stessa storia: i marziani brutti e cattivi vogliono invadere la Terra e noi ci difendiamo strenuamente. Chissà, forse era il nostro subconscio che voleva dirci qualcosa. Per esempio che in realtà noi, di terrestre, abbiamo poco. Perché i veri marziani potremmo essere noi. Nel vero senso della parola: veniamo da Marte, la nostra vera terra (nel senso di luogo) d’origine.

L’idea, che fisici e astronomi non considerano per nulla peregrina ma più che accettabile, nasce da una serie di nuovi calcoli. In sintesi il ragionamento è questo: 1) Su Marte c’erano acqua e temperature calde, adatte ad ospitare la vita, molto prima che sulla Terra; 2) meteore e comete cadute su Marte hanno proiettato miliardi di rocce marziane nello spazio; 3) Uno ogni 150 di questi sassi cosmici sono finiti sulla Terra nell’arco di un milione di anni, attratti dalla sua potente forza di gravità; 4) Su alcuni di questi potevano esserci batteri e microrganismi che hanno dato inizio alla colonizzazione della Terra. Conclusione: tutto quello che è nato sul nostro pianeta ha avuto origine da Marte.

Non è l’ipotesi del classico scienziato pazzo: lo studio è stato presentato ad una riunione dell’American Astronomical Society è pubblicato sulla rivista Icarus. "E’ vero che non sappiamo dove è nata per prima la vita – ha spiegato Curt Mileikowsky, fisico dello svedese Royal Institute of Technology – Ma sappiamo che Marte era adatto alla vita prima della Terra". E che era bersagliato da meteore, asteroidi e comete. In totale, dice lo studio, più di 5 miliardi di rocce marziane sono state scaraventate nello spazio in 4 miliardi di anni. E prima di questo periodo, nel primo mezzo miliardo di anni dalla nascita del sistema solare, c’era tanto di quel materiale che volava nello spazio che forse 50 miliardi di rocce marziane sono cadute sulla Terra.

Come conseguenza del ragionamento, va anche detto che probabilmente anche la Terra ha sparato qualche milione di pietruzze su Marte. Molte di meno, perché il nostro pianeta ha una gravità maggiore e Marte è piuttosto piccolino. Ma è pensabile che microrganismi terrestri siano sbarcati su Marte. Almeno due comuni batteri, il Bacillus Subtilis e il Deinococcus radiodurans, hanno mostrato di sapere resistere benissimo ai viaggi spaziali (sono sopravvissuti sei anni in assenza di aria su un satellite). Il problema è che oramai, là, l’ambiente era divenuto ostile: l’acqua evaporata, le temperature scese molto sotto lo zero, radiazioni, aria inesistente. Ma all’inizio ci fu un periodo in cui i due pianeti vissero uno "scambio di microrganismi". Con la differenza che quelli atterrati sui nostri continenti od oceani trovarono un pianeta ospitale. Magari finirono nel "brodo primordiale", mentre ancora le molecole nostrane cercavano di mettersi d’accordo su cosa fare. Ma forse tutto è nato da loro, i batteri marziani, e basta.

Resta ovviamente senza risposta la domanda principale: ma quei batteri, su Marte, da dove sono arrivati? O meglio: da dove sono arrivate le molecole che sarebbero la base delle prime forme di vita? Dalle stelle. L’astronomo Sun Kwok dell’University of Calgary, ha visto che nel materiale emesso dalle stelle morenti in "appena" 10 mila anni si formano molecole organiche di forma complessa. Nonostante lo spazio e le condizioni non siano proprio le più favorevoli. Anzi. Da qui l’idea: se l’universo è pieno di queste molecole organiche volanti, è da lì che potrebbero essere arrivati i primi pezzi della vita. Insomma aveva visto giusto vent’anni fa il cantante Alan Sorrenti: più che figli di Marte, figli delle Stelle.

a.m.

np99_riga_fondo.gif (72 byte)

                                           Copyright (c)1996 Ashmultimedia srl - All rights reserved