Per anni ci hanno rifilato la stessa storia: i
marziani brutti e cattivi vogliono invadere la Terra e noi ci
difendiamo strenuamente. Chissà, forse era il nostro subconscio
che voleva dirci qualcosa. Per esempio che in realtà noi, di
terrestre, abbiamo poco. Perché i veri marziani potremmo essere
noi. Nel vero senso della parola: veniamo da Marte, la nostra vera
terra (nel senso di luogo) d’origine.
L’idea, che fisici e astronomi non considerano
per nulla peregrina ma più che accettabile, nasce da una serie di
nuovi calcoli. In sintesi il ragionamento è questo: 1) Su Marte c’erano
acqua e temperature calde, adatte ad ospitare la vita, molto prima
che sulla Terra; 2) meteore e comete cadute su Marte hanno
proiettato miliardi di rocce marziane nello spazio; 3) Uno ogni
150 di questi sassi cosmici sono finiti sulla Terra nell’arco di
un milione di anni, attratti dalla sua potente forza di gravità;
4) Su alcuni di questi potevano esserci batteri e microrganismi
che hanno dato inizio alla colonizzazione della Terra.
Conclusione: tutto quello che è nato sul nostro pianeta ha avuto
origine da Marte.
Non è l’ipotesi del classico scienziato
pazzo: lo studio è stato presentato ad una riunione dell’American
Astronomical Society è pubblicato sulla rivista Icarus. "E’
vero che non sappiamo dove è nata per prima la vita – ha
spiegato Curt Mileikowsky, fisico dello svedese Royal Institute of
Technology – Ma sappiamo che Marte era adatto alla vita prima
della Terra". E che era bersagliato da meteore, asteroidi e
comete. In totale, dice lo studio, più di 5 miliardi di rocce
marziane sono state scaraventate nello spazio in 4 miliardi di
anni. E prima di questo periodo, nel primo mezzo miliardo di anni
dalla nascita del sistema solare, c’era tanto di quel materiale
che volava nello spazio che forse 50 miliardi di rocce marziane
sono cadute sulla Terra.
Come conseguenza del ragionamento, va anche
detto che probabilmente anche la Terra ha sparato qualche milione
di pietruzze su Marte. Molte di meno, perché il nostro pianeta ha
una gravità maggiore e Marte è piuttosto piccolino. Ma è
pensabile che microrganismi terrestri siano sbarcati su Marte.
Almeno due comuni batteri, il Bacillus Subtilis e il Deinococcus
radiodurans, hanno mostrato di sapere resistere benissimo ai
viaggi spaziali (sono sopravvissuti sei anni in assenza di aria su
un satellite). Il problema è che oramai, là, l’ambiente era
divenuto ostile: l’acqua evaporata, le temperature scese molto
sotto lo zero, radiazioni, aria inesistente. Ma all’inizio ci fu
un periodo in cui i due pianeti vissero uno "scambio di
microrganismi". Con la differenza che quelli atterrati sui
nostri continenti od oceani trovarono un pianeta ospitale. Magari
finirono nel "brodo primordiale", mentre ancora le
molecole nostrane cercavano di mettersi d’accordo su cosa fare.
Ma forse tutto è nato da loro, i batteri marziani, e basta.
Resta ovviamente senza risposta la domanda
principale: ma quei batteri, su Marte, da dove sono arrivati? O
meglio: da dove sono arrivate le molecole che sarebbero la base
delle prime forme di vita? Dalle stelle. L’astronomo Sun Kwok
dell’University of Calgary, ha visto che nel materiale emesso
dalle stelle morenti in "appena" 10 mila anni si formano
molecole organiche di forma complessa. Nonostante lo spazio e le
condizioni non siano proprio le più favorevoli. Anzi. Da qui l’idea:
se l’universo è pieno di queste molecole organiche volanti, è
da lì che potrebbero essere arrivati i primi pezzi della vita.
Insomma aveva visto giusto vent’anni fa il cantante Alan
Sorrenti: più che figli di Marte, figli delle Stelle.