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redarrowleft.GIF (53 byte) Computer Febbraio 2000

Benvenuti nel Web-Millennio

L’avvento di Internet è la rivoluzione del 20esimo secolo che entra nel Terzo Millennio. Perché, come la stampa di Gutenberg cambiò la società cinque secoli fa, così sta facendo ora il Web. Solo che mille volte più velocemente. Mettendo in difficoltà governi, regole, tradizioni e geografie del pianeta

Il professionista, la casalinga, il disoccupato, lo studente, l’artista, tutti hanno una ragione per connettersi in Rete, seppure con motivazioni, interessi ed aspettative diversi. Il Web non è solo uno strumento di lettura di ipertesti, ma un mezzo di comunicazione di massa, supportato da un bacino di utenza potenzialmente infinito. Ciò che accomuna tutti i suoi utenti è la fame di informazione e la possibilità di soddisfarla velocemente e facilmente. Da questo sono nati i cosiddetti ‘portali’. Il termine in sé non vuole dire molto, perché viene utilizzato negli ambienti più disparati e per indicare siti che tra di loro hanno ben poco in comune: dal motore di ricerca (come www.lycos.it) alla directory (come www.yahoo.it), dal sito di informazione (come www.kataweb.it) al sito introduttivo su determinati argomenti di ampio interesse (come www.2000.it). L’idea del portale, comunque, cioè di uno strumento che aiuti a farsi strada nell’intrico della ragnatela telematica, è nata da una reale necessità: fornire degli intermediatori tra la domanda e l’offerta di informazioni.

Già molto sta succedendo in Rete e siamo solo all’inizio. L’avvento di Internet è stato paragonato all’invenzione della stampa, ma il fattore temporale è sensibilmente diverso. Infatti, l’invenzione di Gutenberg ebbe un impatto enorme sulla società, ma solo dopo secoli si è consolidata nei moderni costumi sociali. La crescita di Internet, invece, è macroscopicamente visibile da un anno all’altro. Internet sta diventando insieme il grande comunicatore, educatore e informatore. L’importante è che continui ad essere solo un mezzo, attraverso il quale integrare la cultura con la tecnologia. Sempre stando attenti, inoltre, che questa tecnologia non omologhi eccessivamente la cultura.

Per i governi Internet deve essere proprio un problema: non può essere giudicato come fenomeno globale, ma piuttosto se ne deve valutare attentamente ogni singolo caso. Un esempio evidente è la codifica dei dati. Un sistema di codifica potenzialmente impenetrabile potrebbe essere pericoloso in quanto potenziale veicolo per efferati atti di terrorismo internazionale. D’altra parte, se il sistema di protezione fosse troppo vulnerabile, nessuno si azzarderebbe a compiere transazioni per un solo dollaro e non ci sarebbero possibilità di sviluppo del tanto atteso e decantato commercio elettronico.

Un’altra sfida per i governanti sarà legata alla diminuzione del peso dei confini geografici nello scenario mondiale. Le nuove tecnologie di comunicazione stanno via via contribuendo ad aumentare il peso delle singole comunità, sia reali che virtuali. In tutto il mondo sta crescendo l’importanza dei governi locali, in quanto il decentramento politico garantisce una maggiore efficienza nel soddisfare i bisogni delle singole comunità urbane. Al tempo stesso si stanno creando forti comunità virtuali, favorite dagli strumenti messi a disposizione da determinati siti: chatroom tematiche, bacheche elettroniche, facilitazioni nella creazione del proprio sito con spazio web gratuito e aiuti nella creazione delle stesse. Alcuni siti che forniscono, in diverso modo, questi strumenti sono www.digiland.it, www.tripod.it, www.xoom.it.

Nei prossimi anni è facile prevedere il nascere di conflitti tra le comunità geografiche e quelle virtuali, che tendono proprio a disgregare ogni forma di nazionalismo e campanilismo. Ma parlare di questo vorrebbe dire saper leggere nel futuro.

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