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redarrowleft.GIF (53 byte) Arte Gennaio 2000 (a cura di Giovanna Grossato)


DINO FORMAGGIO

DINO FORMAGGIO (Milano, 1914) ha condotto una vita di lavoro e di studio di lungo cammino; piuttosto accidentato, ma pur sempre ricco di numerose tappe di un percorso in salita. Ogni tappa era una nuova conquista di livelli etici e culturali.

Partito da operaio metalmeccaico presso una grande fabbrica (la Brown-Boveri di Milano) negli anni 1928 e 1929, passò poi alle Orologerie Binda, per potersi meglio applicare agli studi serali, frequentando cosi una scuola di "Disegno-Macchine", poi di steno-dattilografia, quindi i corsi di un Istituto Magistrale. Ottenuto il diploma finale, nel 1933 venne chiamato a coprire nella scuola elementare di Motta Visconti la cattedra che era già stata della poetessa Ada Negri. Conseguita nel frattempo anche la licenza liceale, si iscrisse all'Università Statale di Milano, seguendo particolarmente Antonio Banfi, con il quale discusse la sua laurea in Estetica sul concetto di "Tecnica Artistica" (1938). Vicino, in seguito, al suo Maestro, nominato suo assistente per Estetica e Segretario dell'appena fondato allora Fronte Della Cultura, proseguì quindi l'intenso lavoro degli studi di Estetica e dei contatti di vita culturale, sociale e politica. Le sue pubblicazioni, orientate verso una rigorosa filosofia dell'arte, sono largamente note in Italia e fuori (sue opere sono state tradotte in varie lingue straniere). Ma rilevante, accanto all'avanzare degli studi, è stata anche la sua partecipazione diretta alla vita delle associazioni civili e sociali; specialmente quando, fatto preside della Facoltà di Magistero nel 1966 (incarico durato fino al 1978) e Pro-Rettore nella stessa Università di Padova (1971-72), dovette affrontare i difficili anni della contestazione studentesca. Per cui, sia l'attività di studioso dei fenomeni artistici, insieme ad una stretta coniugazione con la vita pratica della società, hanno potuto fermamente delineare, con larga notorietà la figura culturale e umana del filosofo milanese dell'arte attraverso gli anni non sempre tranquilli, anzi piuttosto frequentati da veleni, lotte politiche e stragi, del Novecento italiano. Una continua e assidua frequentazione di molti amici artisti ha contribuito ad arricchire la sua riflessione con continue immersioni nell'esperienza diretta dell'arte. Nell'anno 1990 gli venne conferita la qualifica di Professore Emerito dell'Università degli Studi di Milano. Nel 1996, poi, ebbe l'onore di una sua proclamazione, pubblicamente conferitagli nell'arena romana di Nimes, quale "Lions d'Or International 1996" per un alto riconoscimento della sua vita di lavoro, di impegno civile e di pubblicazioni di filosofia dell'arte largamente discusse nella cultura europea.

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